“L’allucinazione”, di Luigi Di Ruscio

UnknownTitolo: L’allucinazione
Autore: Luigi Di Ruscio
Casa editrice: Cattedrale

Dalla nota di presentazione di Massimo Canalini: «La scrittura» ci viene detto a un certo punto di questo nuovo libro, «somiglia al sogno», così che «a volte siamo presi dal terrore per gli incubi da noi stessi prodotti, come fossimo in due». Subito dopo, Di Ruscio scrive: «Nel mio caso, di sottoscritti ce ne sono tre: il sottoscritto detto inconscio che programma l’incubo, il sottoscritto che osserva l’incubo, e il sottoscritto che si libera di tutto scrivendo».
Il «sogno» di cui qui si dice, o meglio l’allucinazione senza riposo che vibra in quest’opera anche scopertamente, e giustamente, di «fantascienza» – sia pure di quel particolare tipo in cui il romanziere si cimenta con l’ipotesi affascinante dei cosiddetti Mondi Paralleli – non riguarda più l’Italia del Palmiro, quando per strada «sfrecciava Coppi l’irraggiungibile macchina umana», ma l’Italia feroce e torpida dell’oggi, una sorta d’incubo in cui «tutto è vero e falso nello stesso tempo» – dalla politica in avaria ai lavavetri dell’Est; dai grandi funerali e rituali di stato in diretta tv alle molteplici, quotidiane persecuzioni qui e ora: i bei razzismi nei confronti dei più deboli, le ragazzette violentate, tutti gli espulsi i più poveri cacciati via, tutti i capri espiatori reali e potenziali e gli sbranati in guerra e tutte le vittime che, per forza di poesia, queste pagine ci rendono meglio capaci di distinguere, riconoscere.

Il libro scorre come un fiume di parole, osservazioni, sguardi, pensieri, visioni ed echi che piovono sulla carta. Ecco di seguito una poesia e alcuni brani estratti dal libro.

Gli umani non hanno radici
a volte hanno le ali
e rinnegando presepi e cristi polverizzati
come niente si pongono in salvo

“Il dominio degli uomini viene esercitato dai torturatori che come le religioni costituite vorrebbe dominare l’anima nostra, si sfugge scrivendo le poesie, amano tanto gli uomini che tutte le scritture erano buone, massacravano i corpi per salvare le anime anche perché l’anima è vita eterna e il corpo di fronte all’eterno è un niente, questa è la molla delle stragi delle inquisizioni, dai fanatismi religiosi, i massacri hanno una base di logica elementare basate su un presupposto cretino (…) Accettare il òiracolo di questa esistenza in tutta la leggerezza dell’effomero, come il vole breve della farfalla bellissima, il fiore splendente che si apre per morire per sempre, essendo la poesia non la descrizione della cosa ma la cosa stessa che nasce precipitandosi sulla carta, nasce e non sempre diventa adulta, certi vengono fulminati non appena si annunciano…”

“Non prendere la vita troppo seriamente, non ne uscirai vivo, la transitorietà dobrebbe conferire alla nostra vita valore e gentilezza, quello che è transitorio dovrebbe suscitare simpatia, passare senza lasciare traccia, sparire nella cremazione e lasciare un pugno di cenere.”

“Con la fine del comunismo, incrementato il traffico di minori per essere utilizzati per il traffico degli organi, il racket delle elemosine, e messe a disposizione dei pedofili cristiani apostolici e romani. ‘L’allicinazione è la forma più realistica dell’irrealtà’. E invece è tutto il contrario, è diventata la forma più realistica della realtà. Tormentati come siamo dalle acque nere, schiumose, ecco il fiume con il suo odore nauseabondo di liquami della zona, ai disagi delle puzze si sono aggiunte le aggressioni della zanzara Tigre, la foce del fiume è ostruita da tappo di ghiaia che provoca il ristagno delle acque che si arricchiscono di sostanze organiche in putrefazione (…)”

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