Editori

Pentàgora (5)

pentagoraProsegue il nostro viaggio alla scoperta degli editori; interviene questa volta Massimo Amgelini che ci presenta Pentàgora, “un laboratorio editoriale per artigiani di cultura” come è scritto nel blog. Pentàgora è un progetto nato per fare incontrare lettori e scrittori e dare spazio a ricerche, riflessioni e narrazioni dedicate al mondo rurale, alle storie, ai costumi e agli affetti della gente comune, alle comunanze di luoghi, conoscenze, risorse e simboli e ad altro che ora non sappiamo intravedere ma il tempo ci racconterà. Il loro impegno è produrre libri curati nella forma, economici nel prezzo (con rispetto per i materiali usati, per chi scrive i libri e per chi lavora alla loro pubblicazione), scritti con un linguaggio comprensibile, senza sconti alla qualità e al rigore.

1. Da quanto tempo fai l’editore?
Ormai sono tre anni tondi: ho cominciato alla fine del 2012, dopo averci pensato su per quasi due anni.

2. Come hai definito le tue scelte editoriali?
Pentàgora è orientata al mondo rurale, ma non in modo esclusivo. Quando ho iniziato avevo in cuore alcuni desideri, pochi ma precisi: non fare editoria assistita o a pagamento (né direttamente, né indirettamente, come fa, per esempio, chi chiede all’autore di comprare poche o tante copie), riconoscere i diritti d’autore fin dalla prima copia venduta (la quota che riserviamo all’autore è il 18%), pubblicare solo opere che, al di là della loro bellezza o attrattiva, mi convincano profondamente e convincano all’unanimità il comitato editoriale, tentare di far quadrare la cura editoriale con un prezzo accessibile (il prezzo dei nostri libri non supera i 14 euro), pubblicare libri per molti (perciò non accogliamo testi accademici, tesi di laurea, libri esoterici o scritti con lingua troppo ricercata o contorta).

3. Quali sono le principali difficoltà in genere e quelle che hai affrontato tu?
Malgrado numerosi invii, non siamo ancora riusciti a guadagnare l’attenzione di critici e recensori sulle testate nazionali, neppure una risposta, un “grazie, non interessa”. La mia piccola impressione è che, al di là della qualità buona o meno buona delle opere presentate, sia importante entrare in una rete di contatti che per ora vive fuori dalla nostra portata.
Un’altra difficoltà è legata ai costi di distribuzione: per ora l’abbiamo risolta gestendo una minima distribuzione mirata e diretta, e scommettendo sulle vendite on-line.
Infine, c’è il tempo richiesto dalla lettura dei numerosi inediti che ci vengono proposti, mediamente uno ogni dieci giorni, in nove casi su dieci non accolti.

Vaso-di-oleandri-e-libri-Vase-with-Oleanders-and-Books4. Che periodo è questo per le piccole case editrici italiane?
Credo che, in questo tempo d’improvvisazione in tutti i campi, qualunque attività basata sulla buona qualità possa più facilmente distinguersi ed essere premiata, anche la piccola editoria, purché l’editore riesca ad attirare un proprio pubblico, a coltivarne l’attenzione, a restare riconoscibile (senza cedere alla tentazione di pubblicare di tutto un po’) e credibile senza mai abbassare la guarda su scelte e qualità.

5. Quali sono gli argomenti o le iniziative che attualmente ti sembra attirino di più i lettori ?
La buona narrativa e i manuali di agronomia divulgativa mediamente sono accolti con favore. Le presentazioni, quando sono bene organizzate, a volte attirano un’apprezzabile attenzione – soprattutto se sono accompagnate da momenti conviviali o teatrali. Ho notato che mediamente funzionano meglio nei paesi che nelle città dove spesso si perdono fra molti altri eventi.

6. Cosa pensi degli ebook? Li hai inseriti nel tuo catalogo? Pensi di dargli uno spazio specifico?
Penso che gli ebook funzionino bene con l’editoria scolastica, quella tecnica e con la letteratura di largo consumo, quella, per capirci, che facilmente s’incontra negli autogrill o negli uffici postali. Per chi, al di là del contenuto, ama il libro nella sua unità organica e materiale, e la lettura come esperienza complessa, anche tattile, anche olfattiva, penso che il libro virtuale possa non essere attraente: anche per queste ragioni non pubblichiamo ebook.

7. Sono importanti i festival e le fiere per rafforzare il contatto con i lettori? Qual è l’ultima fiera a cui hai partecipato?
Ho partecipato a diverse fiere, ma finora senza riceverne soddisfazione e vero contatto con i lettori; senza, poi, tralasciare che i costi previsti per alcune manifestazioni dedicate ai libri (penso ai saloni di Torino e Roma) sono decisamente scoraggianti per un piccolo editore. Osservo che negli ultimi anni anche i festival letterari si sono moltiplicati, ma sinceramente non so dire quanto servano a fare conoscere la piccola editoria, piuttosto che a promuovere una cultura dell’evento e una qualche forma di divismo per gli autori più noti e popolari. Non so…
8. Quali sono i tuoi programmi per il 2016?
Proseguire con il ritmo di 10/12 titoli l’anno, scelti fra le molte proposte che ci vengono rivolte. Probabilmente riusciremo a fare tradurre alcuni grandi narratori poco o per nulla conosciuti al pubblico italiano: il “campagnolo” russo Vassilij Belov; il curdo Mehmed Uzun; Vasyl Barka e il suo romanzo dedicato allo sterminio per fame dei contadini ucraini negli anni 1932-33. Sul lato tecnico, attendiamo un importante e innovativo saggio di Salvatore Ceccarelli sulla semina dei cereali attraverso i miscugli.

(nell’immagine in alto, il dipinto di Van Gogh “vaso con oleandri e libri”)

(vedi anche gli interventi precedenti di questo nostro piccolo viaggio tra gli editori; vedi inoltre sempre sul nostro blog la scheda di “Contadini sulla strada” di Fabrizio Bottari, edito da Pentàgora)

Edizioni Q (4)

edizioniQGrazie a Wasim Dahmash che ci parla di EDIZIONI Q, una casa editrice dagli interessi molteplici, dalla saggistica alla letteratura, dall’intervento di testimonianza al pamphlet politico, dal reportage giornalistico alla pubblicazione di documenti; attenta in generale a proporre iniziative editoriali in una prospettiva che valorizzi elementi essenziali di democrazia e di creatività. “Quasi tutte le nostre pubblicazioni – scrive Wasim – sono di opere mai tradotte prima e sono tradotte direttamente dalla lingua di partenza in cui sono state scritte.”

1. Da quanto tempo fai l’editore?
La casa editrice “Edizioni Q” è nata nel 2002 con l’intento di dare spazio a quelle letterature che non ne trovano nel mercato editoriale, in primo luogo alla letteratura araba impegnata sul piano sociale e politico e particolarmente a quella palestinese.

2. Come hai definito le tue scelte editoriali?
Essendo a statuto cooperativo, la casa editrice definisce le scelte editoriali di comune accordo tra i soci. Abbiamo attualmente tre collane, la collana “Zenit” che pubblica romanzi, racconti brevi e poesie; la collana “Universitaria” è dedicata a saggi e ricerche e infine la collana “I libri di Q” dove trovano posto le pubblicazioni non strettamente attinenti alle altre due collane , come ad esempio i libri per l’infanzia. Quasi tutte le nostre pubblicazioni sono di opere mai tradotte prima e sono tradotte direttamente dalla lingua di partenza in cui sono state scritte.

blogger_van_gogh_natura_morta_mandorlo_fiorito_libro13. Quali sono le principali difficoltà in genere e quelle che hai affrontato tu?
Le difficoltà maggiori che incontriamo riguardano la distribuzione. Ci sembra che il mercato editoriale sia saturo dei prodotti delle grandi case editrici e poter accedere è necessario cambiare politica editoriale, che non desideriamo cambiare. Per esempio bisognerebbe alzare i prezzi di copertina per poter pagare l’eventuale distributore. Preferiamo mantenere i prezzi bassi e avere lettori che sono interessati alle nostre pubblicazioni e le cercano.

4. Che periodo è questo per le piccole case editrici italiane?
Le difficoltà che affronta la micro-editoria sono le stesse da molti anni e si riassumono a mio avviso nella poca visibilità e nella quasi impossibilità di godere di una adeguata distribuzione che permetta di accedere al mercato editoriale.

5. Quali sono gli argomenti o le iniziative che attualmente ti sembra attirino di più i lettori ?
La nostra casa editrice, come si è detto, è specializzata nelle pubblicazioni che focalizzano il mondo arabo-islamico e soprattutto quello palestinese e i nostri pochi lettori sono quasi sempre persone interessate a quei mondi.

6. Cosa pensi degli ebook? Li hai inseriti nel tuo catalogo? Pensi di dargli uno spazio specifico?
Spero di riuscire nel prossimo futuro a inserire nel catalogo anche alcuni e-book. Resto tuttavia dell’idea che per godere della lettura di un libro si ha bisogno della copia cartacea.

7. Sono importanti i festival e le fiere per rafforzare il contatto con i lettori? Qual è l’ultima fiera a cui hai partecipato?
Certamente i festival e le fiere sono ottime occasioni per migliorare il contatto con i lettori e crescere. Purtroppo non siamo sempre in grado di partecipare. L’ultimo festival a cui abbiamo partecipato è “Logos” che si svolge a Roma ogni ottobre.

8. Quali sono i tuoi programmi per il 2016?
Nel 1916 abbiamo in programma la pubblicazione di una raccolta di racconti brevi di un autore palestinese, Jamal Bannura, un’altra raccolta di Samira Azzam, un libro per l’infanzia di Ghassan Kanafani, un libro sulla storia della Palestina. In generale preferiamo fare poche pubblicazioni ma di alto profilo.

(nell’immagine in alto un dipinto di Vincent Van Gogh)
(vedi anche gli interventi precedenti di questo “viaggio” tra gli editori)

 

Fara editore (3)

faraContinuando a spigolare tra gli editori. Ringraziamo Alessandro Ramberti di fara editore, di Rimini,  per aver risposto al nostro invito, raccontandoci delle difficoltà ma anche dei modi per affrontarle: “credo che un piccolo editore non possa illudersi di poter avere un pubblico molto ampio”, scrive Alessandro, ricordando che è importante “puntare su un progetto editoriale di nicchia e di qualità, creando sinergie con gli stessi autori”.
(Vedi anche gli interventi precedenti)

1.     Da quanto tempo fai l’editore?
Dal 1993, oltre 20 anni che per una piccola etichetta è quasi un record.

2.     Come hai definito le tue scelte editoriali?
Qualità, empatia, attenzione alle intersezioni culturali, linguistiche e di generi letterari (saggistica narrativa, prosa poetica, ecc.).

3.     Quali sono le principali difficoltà in genere e quelle che hai affrontato tu?
La distribuzione non esiste più da anni, in libreria (diversi miei distributori sono anche falliti negli anni scorsi). Si cerca di essere visibili in rete, creando eventi con tanti miei autori,  e partecipando a piccole rassegne di qualità come la Microeditoria di Chiari (BS).

blogger_natura_morta_ovale_tre_libri_van_gogh4.     Che periodo è questo per le piccole case editrici italiane?
Non credo ci siano stati periodi facili neanche in passato. Direi che ora è ancora più necessario puntare su un progetto editoriale di nicchia e di qualità, creando sinergie con gli stessi autori e collaborando anche con editori di e-book (io ad esempio ho un accordo con Prospero Editore che realizza e-book per i fariani che le desiderano a condizioni particolarmente vantaggiose).

5.     Quali sono gli argomenti o  le iniziative che attualmente ti sembra attirino di più i lettori?
So che l’unico settore che un po’ tira è quello del libro illustrato per bambini/ragazzi. Per il resto credo che un piccolo editore non possa illudersi di poter avere un pubblico molto ampio.

6.     Cosa pensi degli ebook? Li hai inseriti nel tuo catalogo? Pensi di dargli uno spazio specifico?
Ho risposto a questo alla domanda 4.

7.     Sono importanti i festival e le fiere per rafforzare il contatto con i lettori? Qual è l’ultima fiera a cui hai partecipato?
Sono importanti quelle a misura d’uomo, non mastodontiche (come Roma e Torino) e che permettano di far incontrare lettori e pubblico in modo anche informale e diretto.

8.  Quali sono i tuoi programmi per il 2016?
Curo molto i concorsi letterari che mi consentono spesso di scovare autori di grande qualità (Pubblica con noi, Rapida.mente, Faraxcelsior, Come farfalle diventeremo immensità); l’organizzazione di kermesse con poeti, narratori, artisti e testimoni a Fonte Avellana i primi di luglio e nel prossimo marzo a Bardolino; ovviamente l’editing e la produzione di libri: all’incirca una 20ina di titoli all’anno, poesia, racconti e saggistica di ambito soprattutto umanistico e legata all’attualità.

(nell’immagine, Van Gogh, natura morta ovale con tre libri)

Infinito edizioni (2)

Logo-Infinito-Adobe-Garamomd-1024x330Prosegue la “conversazione” di Altrovïaggio con gli editori; di seguito le risposte di Luca Leone di Infinito edizioni, casa editrice specializzata in saggistica, con forte attenzione alle tematiche dei diritti umani e sociali e della multietnicità, sia nelle dinamiche italiane sia in quelle internazionali. Ringraziamo anche lui per avere accettato il nostro invito a intervenire su un tema che non può esaurirsi con poche battute: “C’è un allontanamento dei cittadini italiani dal libro indipendentemente dagli argomenti trattati. La questione è molto più complessa – scrive Luca Leone – e meriterebbe come minimo lo spazio di una tavola rotonda.”
(Vedi anche gli interventi precedenti, e I libri di Infinito edizioni su Altrovïaggio)

1. Da quanto tempo fai l’editore?
Dal 2004

2. Come hai definito le tue scelte editoriali?
Sulla base delle mie competenze professionali maturate in anni di lavoro nelle redazioni dei giornali e dei miei interessi, oltre che di quelli dei miei soci.

3. Quali sono le principali difficoltà in genere e quelle che hai affrontato tu?
Scrivere un piano editoriale e un piano industriale che risultino compatibili con le proprie possibilità e con il mercato. Trovare una valida promozione e un’altrettanto valida distribuzione. Trovare spazi sui media per promuovere i nuovi volumi.

f_04974. Che periodo è questo per le piccole case editrici italiane?
Il peggiore da molti anni a questa parte.

5. Quali sono gli argomenti o  le iniziative che attualmente ti sembra attirino di più i lettori?
Non è una questione di argomenti. C’è un allontanamento dei cittadini italiani dal libro indipendentemente dagli argomenti trattati. La questione è molto più complessa e meriterebbe come minimo lo spazio di una tavola rotonda.

6. Cosa pensi degli ebook? Li hai inseriti nel tuo catalogo? Pensi di dargli uno spazio specifico?
Sono esattamente come un libro cartaceo. Non è vero che a una casa editrice costino meno. Non è vero che gli editori guadagnino di più con gli e-book. Non è vero che non inquinano. Non è vero che non sono libri come gli altri. Tutte le nostre novità e molti classici della nostra casa editrice hanno la versione e-book nei formati mobi e ePub e non è affatto vero che gli e-book siano in concorrenza con i libri cartacei. Anzi.

7. Sono importanti i festival e le fiere per rafforzare il contatto con i lettori? Qual è l’ultima fiera a cui hai partecipato?
Sempre meno. Perché festival e fiere hanno difficoltà a rinnovarsi, come l’intero settore. Piùlibri piùlibri, fiera della piccola e media editoria di Roma, 4-8 dicembre 2015.

8. Quali sono i tuoi programmi per il 2016?
Pubblicare, come ormai consuetudine, 32-35 nuovi titoli, continuare a fare editoria di qualità, cercare sempre più un contatto diretto con i lettori e contrastare con i mezzi della parola e della lettura la concentrazione editoriale in corso e la disaffezione verso l’unico mezzo, insieme al teatro e alla musica, capace di farci restare donne e uomini liberi: il libro. Non è un caso, temo, che tutti e tre questi generi espressivi siano in crisi e non ricevano la minima attenzione dai governanti di oggi, così come quelli di ieri hanno lavorato per distruggere i tre settori e arrivare al livello disastroso in cui ci troviamo oggi.

(nell’immagine, Van Gogh, la lettrice di romanzi)

Gwynplaine edizioni (1)

cache_23111184Anche gli editori hanno un’anima: l’indagine di Altrovïaggio. Iniziano ad arrivare le risposte degli editori al nostro invito. Apre la serie Orlando Micucci di Gwynplaine, una piccola casa editrice indipendente con sede a Camerano (Ancona) che pubblica saggistica storico-politica d’opposizione e narrativa esordiente di autori marchigiani.
(vedi i libri di Gwynplaine su Altrovïaggio).

1. Da quanto tempo fai l’editore?
Gwynplaine edizioni (il nome è un omaggio al protagonista del romanzo L’uomo che ride di Victor Hugo) è una piccola casa editrice indipendente fondata ufficialmente dal sottoscritto e da mia moglie Laura nella primavera del 2007. I primi libri sono usciti un anno dopo: Perla di Frédéric Brun (Prix Goncourt 2007 come migliore esordio narrativo) e Teoria dell’insurrezione dell’antifascista in esilio Emilio Lussu, entrambi presentati al Salone del libro di Torino nel maggio del 2008.

2. Come avete definito le vostre scelte editoriali?
Fin dall’inizio, la nostra idea di base è stata quella di creare una collana di classici della saggistica storico-politica di opposizione, con l’intento di recuperare e rimettere in circolazione tanti libri di valore ormai da anni fuori catalogo. E’ nata così la collana RED, giunta oggi alla trentesima pubblicazione e di cui siamo veramente orgogliosi: abbiamo tirato fuori dal dimenticatoio opere importanti di Joyce ed Emilio Lussu, Antonio Gramsci, Jack London, Errico Malatesta, Ho Chi Minh, Lenin, Marx, Vaneigem, Kropotkin, Serge, Rensi, Pisacane, Mazzini e tanti altri. A questa collana di saggi sono state affiancate due collane di narrativa: CRISALIDE che pubblica romanzi e racconti di autori italiani (con un occhio particolare a quelli marchigiani) e la collana DEA (narrativa francese contemporanea) che avevamo avviato con tanto entusiasmo ma che siamo stati costretti a congelare subito, dopo i primi due titoli, per le nostre iniziali difficoltà promozionali e distributive.

3. Che periodo è questo per le case editrici italiane e quali sono le principali difficoltà in genere e quelle che hai affrontato tu?
Le difficoltà in cui si dibatte l’editoria italiana in generale le conosciamo tutte, penso che il problema fondamentale derivi principalmente dal fatto che in Italia non ci sia mai stata una seria ed efficace promozione della lettura come negli altri paesi europei e che pertanto, oggi, scontiamo questo ritardo e le negligenze della nostra classe politica degli ultimi 40 anni. A ciò si aggiunga la crisi economica che – proprio dal 2008, anno in cui abbiamo esordito in questa avventura editoriale – attanaglia il nostro paese. E sicuramente questa difficile situazione non aiuta le vendite, sempre più scarse.
tumblr_mcr095BiqX1ql43t7o1_1280Più in particolare, le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare come Gwynplaine edizioni sono legate alla necessità di dover fare tutto da soli, di doverci occupare di tutta la “filiera editoriale” senza la possibilità di rafforzare la nostra struttura con altre professionalità. Ad esempio, scontiamo l’assenza di un vero ed efficace ufficio stampa che promuova adeguatamente i nostri titoli. Una nostra affezionata nicchia di lettori ce la siamo creata piano piano, più che altro con il passaparola e con l’utilizzo dei social sul web. Purtroppo, nonostante l’impegno e i buoni risultati raggiunti sul piano della qualità dell’offerta editoriale, non siamo riusciti a fare di questa “impresa culturale” anche un’impresa commerciale produttiva di reddito e quindi il nostro impegno editoriale può considerarsi come una sorta di volontariato che svolgiamo nel tempo libero, quando siamo liberi dai nostri impegni lavorativi “ufficiali”. Questo fatto a volte ci danneggia, perché non sempre si riesce ad arrivare a tutto tempestivamente.

4. Quali sono gli argomenti o le iniziative che attualmente ti sembra attirino di più i lettori?
Devo dire che su questo fronte abbiamo un approccio forse poco aggressivo ma è una nostra scelta. Lo scorso anno, in un momento drammatico per la nostra casa editrice e con il concreto pericolo di chiudere i battenti abbiamo lanciato una campagna di vendita promozionale “Salvate il soldato Gwynplaine” che ci ha dato un po’ di ossigeno e soprattutto ci ha fatto arrivare la solidarietà e l’incitamento di tanti lettori che ci apprezzano. Ecco, dovremmo escogitare iniziative simili per rafforzare la nostra visibilità e impegnarci di più sul piano promozionale ma il problema è sempre lo stesso, le scarse forze su cui Gwynplaine può contare e la difficoltà di fare tutto e bene. Sappiamo che in Italia si legge poco ma sappiamo anche che c’è una piccola nicchia di lettori che sono interessati alle nostre pubblicazioni. Noi cerchiamo di arrivare a loro cercando di tenere alta la qualità della nostra offerta editoriale. Per il resto, non siamo interessati ad inseguire le mode del momento e snaturare il nostro progetto editoriale per vendere qualche copia in più. Le iniziative che proponiamo sono le tradizionali presentazioni che tuttavia, attenti bene, per poter essere efficaci devono essere ben organizzate e riferite ad un preciso centro di interesse, un gruppo, un’associazione ecc… altrimenti si rischia – come è capitato – di fare chilometri e chilometri per presentare un libro in un posto con zero presenti.

5. Cosa pensate degli ebook? Li avete inseriti nel tuo catalogo? Pensate di dargli uno spazio specifico?
Non abbiamo ancora sposato la causa degli ebook. Inizialmente c’era una certa diffidenza, dovuta soprattutto al nostro amore per i libri di carta. Oggi siamo consapevoli che il mercato degli ebook sta conquistando sempre più lettori e che quindi, prima o poi, dovremo confrontarci con questa nuova tecnologia. Per il momento la difficoltà è principalmente economica perché trasformare in ebook un catalogo di oltre 50 titoli ha un suo costo e al momento non ce lo possiamo permettere. Inoltre dovremmo trovare un po’ di tempo per approfondire, studiare il mercato e le possibilità distributive degli ebook ecc… cosa sempre difficile per noi che corriamo costantemente dietro all’emergenza.

6. Sono importanti i festival e le fiere per rafforzare il contatto con i lettori? Qual è l’ultima fiera a cui avete partecipato?
Le fiere editoriali sono indubbiamente utili come strumento di promozione e come “vetrina” per farsi conoscere dai lettori. Sono importanti se utilizzate per creare un legame con il lettore, per presentarsi e presentare le pubblicazioni. In passato abbiamo partecipato a varie fiere a Pisa, a Roma, a Modena ecc.. ma oggi riteniamo che a livello economico la partecipazione rappresenti un onere per noi insostenibile. Ci è capitato di dover stare tre giorni in fiera lontano da casa, pagare centinaia di euro per un tavolo in fiera, spendere per benzina, albergo e vitto e non rientrare nemmeno lontanamente delle spese sostenute con gli introiti dei libri venduti. Le uniche due eccezioni le facciamo per il Salone del Libro di Torino, dove siamo ospiti dello stand della Regione Marche e per la Fiera editoriale di Macerata Racconta.

7. Quali sono i vostri programmi per il 2016?
Nel 2016 contiamo di pubblicare almeno 8-9 libri. Il piano editoriale non è ancora definito al 100% ma sicuramente pubblicheremo libri importanti già nel primo bimestre dell’anno, come Che cos’è il Terzo Stato? di Sieyès e La commedia borghese di Irene Némirovsky. La speranza per il 2016 è ovviamente quella di crescere, noi la grinta e l’impegno ce lo mettiamo, poi si vedrà. Speriamo anche che il nostro distributore Messaggerie libri confermi la sua collaborazione, avendo il contratto in scadenza a fine 2016.

Orlando Micucci
Gwynplaine edizioni

(nell’immagine, Van Gogh, ROMANS PARISIENS)

 

Anche gli editori hanno un’anima (indagine)

alfabetica2Anche gli editori hanno un’anima, scherzando e parafrasando il titolo di una commedia degli anni Settanta. Come Altrovïaggio abbiamo inviato ad alcuni editori delle domande, invitandoli a raccontarci qualcosa di loro. Nessuna intenzione di realizzare sondaggi, per carità, e nemmeno nessuna pretesa di spiegare cosa va o non va nell’editoria; più semplicemente, la curiosità di ascoltare opinioni e acquisire qualche conoscenza e qualche spunto in più, magari per orientarsi meglio in un settore così impegnativo, ma anche affascinante, almeno per gli appassionati, anche se non sempre semplice da seguire.

L’idea di chiedere agli editori di parlarci di loro è venuta leggendo la sintesi del recente “Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2015”: i dati di quest’ultimo rapporto evidenziano – sembrerebbe – alcuni cambiamenti rispetto agli anni precedenti, scorgendovi, secondo alcuni commentatori, addirittura qualche segnale incoraggiante. Non saprei. Da non esperto di questo “mercato”,  colgo piuttosto – ancora – delle contraddizioni. Ad esempio, il catalogo “vivo” dei libri di carta in Italia è in crescita nel 2014 e quello dei titoli digitali in crescita impetuosa, eppure diminuisce ancora la produzione di carta e il fatturato del mercato del libro registra un’ulteriore flessione. Anche sul fronte dei lettori i segnali mi sembrano poco incoraggianti: calano ulteriormente, e in modo assai sensibile, i cosiddetti “lettori deboli” e seppur di poco calano lievemente anche i “lettori forti”: per “forti” s’intende in ogni caso chi legge almeno un libro al mese! Insomma, seppure nell’ambito di un mix diversificato di comportamenti, i “lettori” calano.
Una delle sezioni del rapporto riguarda i luoghi dove i lettori incontrano i libri: calano ancora e sensibilmente gli acquisti nelle librerie indipendenti e nelle librerie a conduzione familiare (comprendendovi anche la formula del franchising) ; cala anche la grande distribuzione organizzata mentre cresce sensibilmente soltanto l’ecommerce.
Che impatto ha tutto questo sulla promozione della lettura, e sull’allargamento della base dei lettori? O sullo stile della lettura e sui gusti dei lettori? I dati contenuti nel rapporto non lo dicono, si limitano a toccare soltanto alcuni degli attori del settore, e descrivono solo pochi aspetti parziali di una problematica assai più ampia; non ci dicono nulla sullo stato di salute della lettura, e della cultura, al giorno d’oggi.
Così, dopo aver consultato la sintesi del rapporto, oltre a cercare di documentarci meglio sull’argomento, ma non è semplice, ci è venuta anche  l’idea di rivolgere direttamente ad alcuni editori più o meno piccoli – a proposito, chissà qual è l’unità di misura di “piccolo”? – alcune domande, molto semplici, per ascoltare le loro opinioni e, soprattutto, conoscerli un po’ meglio:

1. Da quanto tempo fai l’editore?
2. Come hai definito le tue scelte editoriali?
3. Quali sono le principali difficoltà in genere e quelle che hai affrontato tu?
4. Che periodo è questo per le piccole case editrici italiane?
5. Quali sono gli argomenti o le iniziative che attualmente ti sembra attirino di più i lettori ?
6. Cosa pensi degli ebook? Li hai inseriti nel tuo catalogo? Pensi di dargli uno spazio specifico?
7. Sono importanti i festival e le fiere per rafforzare il contatto con i lettori? Qual è l’ultima fiera a cui hai partecipato?
8. Quali sono i tuoi programmi per il 2016?

Li ringraziamo per le risposte che stanno già arrivando, e che pubblicheremo così come ci perverranno, sollecitando nel frattempo anche altri a intervenire e contattarci; poi proveremo – magari anche con l’aiuto diretto di chi ci legge e che invitiamo a intervenire quando vuole  per commentare con noi – a dare una lettura comparata o di sintesi delle risposte, evidenziando spunti, proposte e suggerimenti.
Buona lettura a tutti.

(In alto, la copertina della seconda antologia di Alfabetica, 2007, realizzata da Ezio Bartocci)