(articolo di Ezio Bartocci)
Non sono cartodipendente ma negli anni ho raccolto tanti generi di stampati, tra questi un assortimento di cartoline natalizie e di cartoncini affini, qualche letterina ed alcune antiche Natività calcografiche interessanti anche perché segnate dalla ripetuta esposizione annuale. Ho messo insieme questo materiale pensando di ricavarne un giorno un bel catalogo ed un’apprezzabile esposizione.
Le cartoline di auguri vanno dall’inizio del ‘900 agli ultimi decenni del secolo.
Ora che hanno fatto il loro tempo si prestano ad una ricognizione e a varie letture.
La mostra dedicata ai bambini, arricchita da manufatti ed oggetti attinenti, allestita tra dicembre e gennaio potrebbe richiamare le famiglie ed ogni singola persona interessata all’iconografia natalizia, alla religiosità ed alle tradizioni popolari.
La varietà di cartoline e dei cartoncini un tempo comuni, tirati in migliaia di copie, scelti in base ai gusti ed alle disponibilità individuali, sono interessanti anche nel verso caratterizzato dalla calligrafia e dalla firma, dagli auguri e dai saluti, dagli indirizzi del destinatario e del mittente. Stesso dicasi per gli stampati in busta, ritenuti più chic, quindi usati prevalentemente dai professionisti e dalle aziende.
Chi poteva immaginare che sarebbe bastato qualche clik per mettere in crisi un sistema perfezionato sotto vari aspetti che ha dato lavoro a generazioni di grafici, fotografi, stampatori, cartolai e postini.
Un vecchio cartolaio spiritoso, ora in pensione, dice che era inevitabile ed è meglio così.
I francobolli costano e gli stampati pure; la posta virtuale non costa niente e viaggia veloce.
Finalmente possiamo esser sicuri che gli auguri di Natale arrivano appena il bambinello nasce, non quando sta per mettere il primo dente.
Nel catalogo, oltre alle riproduzioni anastatiche dei pezzi più significativi, voglio mettere la foto di un sacco postale durante la levata e quella di un postino in bicicletta: il messaggero che secondo qualcuno suonava sempre due volte.
Prima dell’avvento dalle E-mail o di WhatsApp il postino era molto atteso, anticipava la festa; la sua borsa di cuoio appoggiata sul portapacchi, o portata a spalla, a dicembre era gonfia quasi quanto il sacco della Befana o di Babbo Natale, personaggio vincente quest’ultimo, oggi più capzioso commercialmente, ma un tempo più mimetico e fuori dalla nostra tradizione.
Nelle immagini più antiche, come la cartolina del 1901 qui riprodotta, ha l’aspetto di un antico pacifico montanaro mitteleuropeo.
Assai diverso quello stampato a due colori da una tipografia locale nel ’44.
L’autore anonimo del foglio probabilmente faceva parte del Trentesimo Squadrone Aereo del Sudafrica stanziato all’aeroporto militare di Jesi durante la liberazione dalla dittatura nazifascista. Indubbiamente sapeva il fatto suo: ha saputo incidere il linoleum abbinare la scritta all’immagine e mantenere un equilibrio d’insieme, ma i destinatari del suo Babbo Natale col sacco pieno di bombe sicuramente non gli hanno fatto i complimenti.
E’ passato molto tempo da allora. Oggi fortunatamente nel mondo non ci sono più né dittature né massacri. Non se ne ha notizia. E il modo di far propaganda e di comunicare non è più quello degli stampati tipografici. E’ ultraveloce ed efficiente. Non sfugge niente.
Apprendiamo, ad esempio, che il presidente americano grazia ufficialmente un tacchino.
Una prova in più che il mondo è migliore di quanto spesso immaginiamo.
Possiamo esser certi che presto, dopo una perdurante crisi di commesse, per evitare il fallimento, le fabbriche di armamenti militari saranno riconvertite in industrie alimentari, di giocattoli e libri di favole.
Auguri di Buone Feste a tutti!