Mercoledì 6 novembre ore 21.15, presso la Salara (Biblioteca Planettiana di Jesi, il primo incontro del circolo di lettura edizione 2019/2020).
(tratto dall’articolo di Ombretta Romei, “Intervista con Miriam Toews: una donna che parla (e scrive)”, dal sito Pulp libri)
«Già. New York. Lontana anni luce da Steinbach, la cittadina canadese dove una comunità mennonita mette radici agli inizi del Novecento, sfuggendo alle persecuzioni bolsceviche, ai massacri, all’estinzione. E dove Miriam Toews è nata e ha vissuto la sua adolescenza. Libri interdetti, balli proibiti, parole impronunciabili: un oscurantismo di stampo maschilista e patriarcale che non ammette deviazioni. Il verbo di Menno Simons (1496-1561), storico fondatore della setta anabattista, è più che legge. È una visione (distopica) del mondo. Campi di granoturco a perdita d’occhio delimitano i confini della piccola città, isolandola da tutto, così come pensieri impuri, atteggiamenti trasgressivi, tentazioni mondane isolano i sognatori in odor di eresia e di scomunica. Le chiavi del paradiso e le vite degli abitanti di Steinbach sono nelle mani di pochi fanatici capi religiosi, teorici e praticanti di un fondamentalismo anacronistico.
1980. East Village «è come un set del cinema, non può succedere niente di vero. È un paese fantasma, l’isola che non c’è» afferma la sedicenne Nomi, protagonista di Un complicato atto d’amore (2004), alla cui voce monologante Miriam Toews affida il racconto di sé e della propria «complicata» adolescenza. Il nome fittizio della sua città natale è un omaggio a New York, a un quartiere – dove Nomi vagheggia di passeggiare nientemeno che in compagnia di Lou Reed! – a una cultura, a uno stile di vita. Agognati, paradossalmente, quanto un elenco telefonico: niente di meglio se può servire a scrollarsi di dosso anni di letture (e immaginario) fantasy, villaggi hobbit e colline dei conigli. Con una Main Street ai cui estremi svettano una statua di Gesù che assomiglia a George Harrison e un tabellone gigante con scritto SATANA È TRA NOI. Scegli: o lui o me, East Village evoca una small town bradburyana: luogo di passaggio di uomini illustrati e freaks circensi, presenze perturbanti contro le quali nulla possono gli incantesimi di elfi e streghe bianche.
La fuga è, allora, un sogno. Un’intenzione. Una necessità. Dopo la scomunica di Tash e Trudie – la sorella maggiore e la madre di Nomi – il loro forzato abbandono della comunità mennonita lascia un vuoto incolmabile nella casa dove una figlia convive con i malinconici silenzi di un padre inconsolato. Solo un atto d’amore, salvifico e imprevisto, condannerà finalmente Nomi allo status scandaloso di outsider.»
“La Letteratura della famiglia”, questo il tema scelto per il nostro quinto anno del Circolo di lettura presso la Biblioteca Planettiana, per la stagione 2019/2020, quinto anno di questa esperienza. Gli otto libri scelti per questo nuovo percorso di letture che seguiremo, uno al mese, fino al prossimo mese di giugno, è stato presentato ieri sera ai partecipanti da Alessandro Seri.
INCIPIT «Abito con mio padre, Ray Nickel, in quella casa di mattoni a un piano sulla statale dodici. Persiane azzurre, porta marrone, una finestra rotta. Niente di che. I mobili continuano a sparire, però. E’ l’unica cosa interessante. Manca metà della famiglia, la metà più bella. Io e Ray ci alziamo la mattina e facciamo svariate cose finché è ora di andare a dormire. Tutte le sacrosante sere verso le dieci Ray mi comunica che lui va a far riposare le ossa. Prima di entrare in camera da letto si ferma nell’ingresso e piazza dei foglietti sopra le sue scarpe per ricordarsi quello che deve fare il giorno dopo. Ci piace guardare insieme l’aurora boreale. Gli ho riferito, parola per parola, quello che ci ha spiegato il professor Quiring in classe. Su come funziona il fenomeno. Lui ha trovato la spiegazione abbastanza interessante. Ha sempre avuto un certo interesse per le opinioni di Quiring, probabilmente perchè è un insegnante anche lui. Devo finire i compiti. Una parola cruciale, “finire”. A me i finali vengono male, Quiring mi ha detto che in genere i temi e i racconti arrivano fisiologicamente a una loro fine inevitabile, fuori dal controllo di chi scrive. Dice che quando arriva la fine, ce ne accorgiamo per forza. Non so. A me sembre che ce ne siano tanti, di possibili finali.» PRIMO INCONTRO: mercoledì 6 novembre, ore 21.15
Dalla Prefazione di Fernada Elisa Bravo Herrera: «In questa nuova avventura letteraria, Loretta Emiri ci offre una “novella” che ripropone, nelle velature, negli intrecci, e anche in chiave di lettura, come ci mostra lo stesso titolo, la propria esperienza formativa in Brasile intesa come capacità interpretativa, come sguardo ampio e profondo del mondo. La scrittura, ha segnalato Loretta in una pagina web del Comune di Fermo, costituisce la forma “per esprimere sentimenti di riconoscenza e solidarietà”, per riscattare, ripensare e dare continuità alla propria esperienza, vale a dire, alla sua esperienza brasiliana. Per questa profonda concezione della scrittura l’universo yonomami funge da struttura del racconto familiare, nonostante la narrazione giri apparentemente lontana dal Brasile, intorno all’Umbria, alle Marche, al Piemonte e i fatti raccontati siano accaduti molto prima che Loretta nascesse e vivesse la sua esperienza fra gli indigeni. Si tratta quindi di un’altra forma di dialogo interculturale, nella quale il parlare della famiglia è una maniera ellittica di parlare di sé stessa e della società dal punto di vista della cultura yonomami. In questo modo, la scrittura di Loretta cerca di profilare, nel desiderio e nella celebrazione, una specie di utopia fatta da viaggi e fughe dalle guerre.» SECONDO INCONTRO: mercoledì 4 dicembre ore 21.15
Titolo: Il passato Autore: Tessa Hadley Casa editrice: Bompiani, 2017
Da una recensione sul sito SOLO LIBRI: «Le dinamiche di famiglia che si innescano nel ritrovarsi tutti insieme nella casa piena di ricordi sono indubbiamente la parte più affascinante di questo romanzo davvero molto “inglese”. Fra Pilar e la scorbutica Harriet si instaura un’insolita vicinanza, una sorta di imprevista complicità; Kasim corteggia, ricambiato, la diafana Molly, i bambini esplorano la campagna fino a trovare un vecchio cottage abbandonato dove scoprono segreti che saranno solo loro e che li faranno confrontare in modo imprevisto con il mondo degli adulti. Ma dopo che abbiamo familiarizzato con i diversi personaggi, ecco che la scrittrice ci trasporta indietro nel tempo, nel secondo capitolo intitolato “Il passato”, ambientato nel 1968…» TERZO INCONTRO: giovedì 9 gennaio ore 21.00
INCIPIT «L’anno zero. Quando mi chiedono in che anno sono nata, rispondo. Perché ritengo scontato mentire – ci si aspetta che le donne non dicano la verità. E nemmeno i giovani, a meno che non ostentino il privilegio della loro età per trarne beneficio. Alla gioventù si perdona più volentieri l’errore, la presunzione e il coraggio. E io detesto il determinismo della biologia. Chi mi interroga inoltre non sa che considero ogni anno della mia vita un miracolo, e me ne vanto. Però rispondo a modo mio. Sono nata nell’anno del cavallo, dico.» QUARTO INCONTRO: mercoledì 5 febbraio ore 21.00
Titolo: Mrs Bridge Autore: Evan S. Connell Casa editrice: Einaudi 1959
Da “Il giro del mondo attraverso i libri”: «È India Bridge la protagonista del romanzo di Evan S. Connell, una donna americana che di particolare ha solo il nome di battesimo. Mrs Bridge è una donna bella, ma non troppo, ed è decisamente normale: sposata con un avvocato – che non si tira indietro nel fare gli straordinari -, hanno tre figli, Ruth, Carolyn e Douglas, e vivono in una bella casa con tanto di servitù di colore a Kansas City, tra gli anni Venti e la fine degli anni Quaranta del Novecento. Mrs Bridge ha diverse amiche, alcune molto acculturate, quindi spesso si fionda in biblioteca e si impone di leggere libri impegnativi per farsi un’opinione; ma è il marito a dirle come votare e quando Mrs Bridge cerca di emanciparsi, si scoraggia perché non è mica semplice votare di testa propria. Prova ad imparare lo spagnolo, inizia un corso di pittura che non porta a termine, va a vedere film d’essai che puntualmente non capisce.» QUINTO INCONTRO: giovedì 5 marzo ore 21.00
Da una recensione di Gaia Montanaro: «Pubblicato per la prima volta nel 1969, Mr Bridge è uscito a dieci anni di distanza da Mrs Bridge, il romanzo più riuscito di Evan Connell che raccontava la storia della famiglia Bridge dal punto di vista della moglie. Ritratto agrodolce e in parte satirico di una famiglia borghese americana tra gli anni Venti e Quaranta – e portato sullo schermo da James Ivory – il romanzo di Connell racconta in modo accurato e lucido una società fortemente definita dalle convenzioni sociali, da una modalità codificata di rapportarsi con il reale nelle sue varie forme. Tutto è dominato dalle aspettative – spesso autoimposte – che non lasciano spazio a uno sguardo diverso, più ampio e compassionevole su di sé. Connell dimostra una grande sapienza narrativa nel tratteggiare con calibrato equilibrio situazioni e dinamiche relazionali, in un romanzo d’atmosfera dominato da un sentimento di tenerezza amara verso personaggi e situazioni, che ha nella rarefazione la sua cifra stilistica predominante.» SESTO INCONTRO: mercoledì 8 aprile ore 21.00
Da una recensione sul sito SOLO LIBRI: «I Middlestein è il racconto delle vicende di una famiglia ebraica che vive in America: i suoi componenti rispettano i riti della loro religione e cultura e molto di questo è narrato nel romanzo di Jami Attenberg. Personaggio principale attorno a cui ruota l’intera vicenda è Edie, prima bambina, poi donna e avvocato di successo, infine al termine della propria esperienza lavorativa, con una caratteristica che l’accompagna per tutta la vita: un forte attaccamento al cibo, l’impossibilità di farne a meno. La piccola Edie Herzen (questo il suo cognome da nubile) non era mai stata mingherlina. D’altronde, per i suoi genitori come era possibile non dar da mangiare alla propria bambina, come non rispondere affermativamente ad ogni sua richiesta di cibo anche se in quantità eccessiva? Così, ancor piccina, Edie viene paragonata ad un solido blocco di carne ed è già notevolmente in sovrappeso. Eppure mamma e papà non possono negare il cibo alla figlia.» SETTIMO INCONTRO: giovedì 7 maggio ore 21.00
Titolo: Nessuno può volare Autore: Simonetta Agnello Hornby Casa editrice: Feltrinelli 2017
Dalla promozione del film DVD, di Riccardo Mastropietro, gennaio 2018 «Il film prende spunto da alcune domande che Simonetta Agnello Hornby si pone sulla condizione di suo figlio George, costretto da anni su una sedia a rotelle da una grave forma di sclerosi multipla: se non fossimo nel terzo millennio ma anche solo 100 o 50 anni fa, cosa ne sarebbe di lui? Cosa ne sarebbe delle persone disabili? E oggi, cosa significa essere un disabile? Da Roma alla Galleria degli Uffizi di Firenze fino al mare blu ligure e alle colline del Nord Italia, Nessuno può volare è un percorso attraverso l’arte e gli incontri con persone straordinarie che hanno saputo fare della disabilità un’opportunità e uno stimolo per vivere in modo ancora più intenso, e prima ancora una vita normale con cui confrontarsi.» OTTAVO INCONTRO: mercoledì 10 giugno ore 21.00