Ex Edicola: una mostra oltre la mostra di Ezio Bartocci

Dal 24 giugno al 5 agosto, a Cupramontana (An), piazza Cavour 3
aperto da giovedì a domenica, dalle ore 18.00 alle 20.30
(per appuntamento: 3488731240)

«Il falegname doveva conoscere il mestiere e le varietà dei legni, scegliendo di volta in volta quelli più adatti e ben stagionati»; la presentazione della mostra è a cura di Ezio Bartocci

Dopo le ricorrenti scosse del terremoto dell’altr’anno, osservando le crepe nello studio che prima non c’erano o erano quasi impercettibili ad occhio nudo, o confrontando qualche riparazione poco riuscita di miei lavori caduti a terra con altre quasi impercettibili ho preso l’abitudine d’osservare opere e manufatti segnati dal tempo: dal disinteresse, da trasformazioni deprecabili o da sapienti restauri.
A prescindere dal valore artistico o storico dell’oggetto osservato, valutando il suo stato, conoscendo un po’ della sua vita non di rado mi trovo a riflettere sui diversi rapporti degli uomini con le cose, sulle incidenze negative o sulle fortunate coincidenze dei passaggi.

Avviene  così anche per le parole. La loro definizione ed il loro significato assumono aspetti e valenze diversi a seconda dei contesti  e delle epoche di utilizzo. Mostra è una di queste: per noi esposizione, per i nostri nonni vetrina.  Ancora più estraniante il termine “edicola”, tempietto per gli antichi, rivendita di giornali per gli utilizzatori più contemporanei. Eppure un punto di contatto c’è e non è sorprendente: così una cornice esterna di un negozio è ” la mostra” ed una barbieria  dove si vendono anche i giornali è al tempo stesso” l’edicola”.

La mostra dell’ex edicola è integra nonostante i lunghi anni trascorsi da quando Ezio Bartocci, un abile falegname del luogo, nel 1930 la eseguì a regola d’arte per collocarla dov’è.
La struttura massiccia e di notevoli dimensioni non ha subito modifiche se non nella cimasa,  dove la testata del quotidiano “il Resto del Carlino” ha sostituito l’originale “Barbieria” quando Domenico Sandroni, figlio d’arte ed uomo ingegnoso, vedendo fiorire in piazza la concorrenza, decise di abbinare all’attività di famiglia la vendita di quotidiani, giornalini, ecc., continuando così fino a tarda età.

l’Edicola negli anni Cinquanta

L’immobile disabitato e messo in vendita già da alcuni anni, comprendente l’ex edicola, finalmente è stato acquistato nel 2010 dall’amico Riccardo Cardarelli che lo ha salvato dall’ulteriore degrado, o da trasformazioni infelici, restaurandolo da capo a piedi non per fini speculativi ma per viverci, valorizzando ogni ambiente ed adattandolo alle proprie esigenze.
La casa terrazzata è arroccata come un fortino su più piani nel cuore di Cupramontana; ha due ingressi, uno prospicente “la spiazzetta”, in via Nazario Sauro, e questo di cui parlo (con la vetrina in legno) situato al numero 3 di Piazza Cavour, col Palazzo Comunale a sinistra di chi guarda ed il Bar Ruggero a destra.
Il centro di Cupra come dicono gli abitanti “ancora regge” nonostante il perdurare della crisi;
gli esercizi commerciali, gli uffici ed i bar continuano a esser frequentati anche per la consuetudine di usare la circonvallazione come luogo d’incontro, alla pari di una Piazza allungata, un circolo aperto a tutti.

Di Ezio Bartocci, il falegname mio omonimo, nonché mio nonno, non so quasi nulla.
Non ho avuto modo di conoscerlo, né posso descrivere il suo volto non avendo mai visto una sua foto tra quelle di  famiglia.
L’unico suo ritratto fotografico sembra fosse appeso nella locale sezione del Partito Repubblicano.
Un vecchio del paese qualche decennio fa sentendo il mio nome e collegandolo a quello di mio nonno me lo descrisse brevemente, con piacere, ritraendolo come un uomo possente, di statura superiore alla media, un antifascista tenace assertore delle sue idee che non si è lasciato addomesticare dal regime.  Anche nonna Serafina, di cui ho un vago ricordo, era repubblicana ed anticlericale, una donna minuta, energica e di poche parole, abile ad impagliare le sedie.
Ezio è deceduto nel ’46, mentre io ho aperto gli occhi nel ’48.
In qualità di primo nipote maschio, in segno di ricordo e di rinnovamento (come s’usava allora) m’hanno dato il suo nome.
Nonno aveva trasmesso il mestiere a zio Elvio ed a mio padre Giovanni; di cui  conservo un  cavallo a dondolo che aveva spacciato ai miei cinque anni come dono della Befana.

L’immobile ristrutturato oggi

Il falegname doveva conoscere il mestiere e le varietà dei legni, scegliendo di volta in volta quelli più adatti e ben stagionati.
Di mostre in massello, contrassegnate dalle rispettive insegne decorate a mano, in paese ce n’erano quante gli esercizi più rappresentativi, come testimoniano alcune vecchie foto.
A partire dagli anni ’60 in poi, mutando le abitudini, cambiando le gestioni e le proprietà degli esercizi, la maggior parte delle mostre storiche sono state sostituite da quelle metalliche, più squadrate, luminose e pratiche in quanto a manutenzione.
Con la loro progressiva scomparsa, i nostri centri storici hanno perso parte del loro aspetto caratteristico ed un po’ del loro rigore architettonico.
Tra le vetrine eseguite a Cupra da Ezio Barocci, oltre alla suddetta, di cui sono venuto a conoscenza solo di recente, rimane quella dell’Ottica, ossia la mostra dell’ex Oreficeria Uncini, al lato opposto della strada.
Altri suoi lavori non saprei indicare se non qualche campione di cornice per la vetrina delle vecchie Poste.
Durante il restauro interno della casa, della facciata e della mostra in legno, parlando con Riccardo di un eventuale utilizzo dello spazio a pian terreno, per presentare occasionalmente un’edizione fuori commercio o una piccola mostra, abbiamo pensato di unire alla denominazione “Ex edicola” una composizione grafica con parti di logotipi di alcune testate ed alcuni personaggi dei fumetti in voga negli anni della nostra adolescenza; questa insegna ha preso il posto della testata del Carlino che molti cuprensi ancora ricordano, mentre col passar del tempo solo pochi hanno in mente le poltrone da barbiere, gli specchi, gli espositori da banco coi quotidiani, i giornalini e le riviste illustrate che da Sandroni, meglio noto come “Dome’ de Brodolacciu”, odoravano un po’ di dopobarba spruzzato a mano, o di Proraso.

In questa prima edizione marcata Ex edicola, figura qualche foto della casa dopo il restauro con alcuni miei lavori alle pareti ed altri esposti a pian terreno per l’occasione.
Anziché descrivere le opere esposte, diversamente documentate in mostra, ho preferito soffermarmi sull’imponente struttura in legno che è stata porta d’accesso e vetrina di un esercizio storico e costituisce un aspetto non marginale del restauro della casa.
Ritengo da sempre che molti manufatti anonimi, ma significativi, andrebbero maggiormente considerati essendo parti della nostra storia e della nostra cultura fatta di tante tessere che compongono un’eredità da non sottovalutare.

La mostra di Ezio Bartocci senior datata 1930, che caratterizza questo spazio da quasi novant’anni, riverniciata, ben lubrificata e non più anonima segnala questa edizione curata da Ezio Bartocci junior presentata in occasione della esposizione all’Ex edicola: un curioso  collegamento tra generazioni e “mostre”.

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