Si è concluso nei giorni scorsi, presso la Biblioteca Planettiana di Jesi, il primo ciclo degli incontri programmati del circolo di lettura, promosso da Altrovïaggio e dalla stessa Biblioteca. Immancabile la foto di gruppo, nella quale purtroppo sono assenti diversi degli amici con noi durante l’anno, tutti in posa dentro la splendida cornice della Salara, la sala di lettura della biblioteca, al piano terra del Palazzo della Signoria. Otto incontri, da ottobre a maggio, con altrettanti bei libri, al ritmo di uno al mese, e in parallelo con gli altri circoli di lettura di Mogliano, Pollenza e Monte San Giusto, con cui abbiamo condiviso il percorso sulla letteratura americana del Novecento. Otto conversazioni sulle nostre letture, ogni volta aperte dall’amico Alessandro Seri, con un gruppo mediamente di circa venti partecipanti, in una specie di viaggio. Siamo partiti da Long Island, est di New York, con Il grande Gatsby di Fitzgerald, dagli Anni Venti, tra le due guerre, o tra il proibizionismo e la grande crisi, e siamo arrivati circa mezzo secolo dopo a Newark, di nuovo nella zona di New York, dunque, ma sul lato ovest, con la Pastorale Americana di Philip Roth, e sembrava diventato un altro mondo. Un mondo già rivoltato e rovesciato in vario modo, dentro tutto ciò che abbiamo letto nel mezzo, eppure sempre lo stesso seppure ogni volta da un’angolatura nuova ed ulteriore. Lingue e narrazioni che si rinnovano e si inventano, si scoprono e si offrono. Dopo Fitzgerald ci siamo spostati gradualmente, nel tempo e in un largo giro verso il centro e poi l’ovest degli Stati Uniti, con Luce d’Agosto di William Faulkner, dove i pensieri già si stratificano e i sensi si dilatano. Quindi, il viaggio è diventato un vero esodo, con Furore di John Steinbeck, in scena ci sono i contadini, e poi eccoci a Los Angeles, quella reale ma che ancora sembra finta di Chiedi alla polvere di John Fante, e poi, subito dopo la guerra, ecco la Los Angeles distopica che invece sembra reale, quella di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Che dire di Factotum di Charles Bukowski? Anche lui a Los Angeles, per lo più, ma sembra quasi per caso. Ha suscitato le nostre discussioni più aperte, tirandoci fuori tutta la gamma delle impressioni teoricamente possibili, lungo nuove angolazioni da cui valutare la concretezza – qualcuno direbbe poca – del senso ma forse anche del non senso. E poi un tuffo, totale, senza mediazioni, leggendo le pagine di Amatissima di Toni Morrison, per sovvertire davvero le nostre percezioni che ci appaiono scontate. Con Toni Morrison l’angolatura, volendo usare ancora questa strana parola, è davvero un’altra, e le sue parole sembrano cadere proprio lì dove non osiamo ammettere che le stavamo aspettando. E infine Pastorale Americana, di Philip Roth. Tra gli otto libri che ho letto o riletto per questa occasione, allo scopo di condividerli con un gruppo di lettori, questo di Roth è quello che di più mi stimola a rileggerlo di nuovo, con un diverso ritmo. C’è dentro tutto, più di quello che si riesce a percepire al primo passaggio, in questa america degli anni sessanta, del Vietnam e delle rivolte. Newark è l’epicentro che Roth individua per narrarci questo grande viaggio ma lo fa dal punto di vista del dettaglio che siamo noi, persone singole e caduche, a cui tocca farsi carico dei miti pubblici, metterceli più o meno addosso e in qualche modo viverci. Ciascuno i suoi e ciascuno secondo la sua sensibilità. E anche leggendoli, ciascuno secondo la sua sensibilità. La letteratura come metodo di conoscenza? Direi di sì! Che dire di questa esperienza di lettura condivisa durante l’anno? Che ha avuto inizio come una scommessa, certi però che avrebbe funzionato, e così è stato. Un’esperienza interessante e piacevole, che sarà importante cercare di ripetere, ora che siamo anche, tutti, un po’ più esperti di questo gioco. Arrivederci ai prossimi appuntamenti, e grazie a Renzo Cardinali per la foto.
Il grazie va assolutamente a voi che avete dedicato il vostro tempo a questa iniziativa che ha indubbiamente avuto successo ed è stata apprezzata da tutti i partecipanti. Mettere insieme persone che per la gran parte non si conoscevano ma che hanno in comune una passione che normalmente si coltiva nella propria intimità, condurli in un percorso tematico di sicuro interesse, fargli scoprire classici che difficilmente avrebbero rispolverato, stimolarli ad approfondire e condividere le proprie impressioni, tutto questo ha creato una formula di successo che dovrà essere continuata, migliorata e allargata. Personalmente mi ha portato a leggere molto più di quanto non facessi ed è stato solo un piacere.
Grazie ancora.