L’incontro con Mauro Proietti Pannunzi

Ha avuto inizio ieri giovedì 7 ottobre la rassegna Le Marche in Biblioteca 2021, giunta alla sesta edizione; il primo ospite è stato Mauro Proietti Pannunzi con il suo libro La linea delle cure; ha conversato con lui l’editore Alessandro Seri; hanno accompagnato la serata gli interventi musicali del Duo di violini Valentina Rossini e Riccardo Lunardi, allievi della Scuola musicale Pergolesi di Jesi, e la lettura di Tullio Bugari, dell’associazione Arci Voce, di alcuni frammenti di testimonianze raccolte nella seconda parte libro; ecco qui un po’ di foto della serata e alcuni dei testi letti:

  

Nicoletta Damiani (Direttrice Sanitaria, la “capitana”):
Cosa è rimasto davvero impresso nella mia memoria? La paura, innanzitutto.
Non per me, e neanche tanto per la mia famiglia (che in un modo o nell’altro siamo riusciti a tutelare), quanto per i “ragazzi”. I nostri infermieri e oss, e i nostri medici, che in quei giorni,
quelli dei camion militari che sfilavano con il loro carico di morte, si sono offerti volontari per fare la loro parte, in prima persona.
I loro volti, all’inizio colmi di paura. Con la perplessità che gli si leggeva negli occhi, quando le prime volte dovevano imparare a vestirsi e svestirsi; quando ho personalmente dovuto dire loro che per tutte le lunghissime ore del turno non avrebbero potuto né bere, né mangiare, quando abbiamo fornito loro i pannoloni per affrontare i turni di notte….

Roberto Leoni (infermiere):
Non posso nascondere la paura e il senso di inadeguatezza che ho provato dopo una breve telefonata: “…domani inizi al Covid2.”
Ho pensato: “Ma dove vado? Dove mi presento? Sono dieci anni che non faccio reparto, non ricordo i farmaci, la gestione, l’organizzazione…
E poi questo virus, ho moglie e figlie piccole… Ma dove vado?!?”
Velocemente ho “attrezzato casa” allestendo una cameretta solo per me e il bagno del garage solo per me, ho tirato fuori i vestiti vecchi che con buona probabilità sarebbero poi stati buttati.
Ventiquattro ore passano in fretta e mi sono ritrovato vestito come nei film americani, pronto per una guerra batteriologica, anzi virologica.
Poi è successa una cosa strana: ho visto tutti i colleghi che ridevano e scherzavano mentre si aiutavano l’un l’altro nella vestizione. Il clima era strano (almeno per me), facevo già fatica a respirare con la mascherina, la visiera appannata, ma tutto intorno a me era quasi “piacevole”.

Mauro Proietti Panunzi: PENSIERI FINALI
Tutto tornerà come prima. Forse. Ma non per ognuno di noi. Non per tutti noi. Gli altri… forse… ricominceranno a considerarci quelli della pausa caffè; quelli che: «Ah questo è quello che te ‘ndorme… l’estetista.»
Noi no. Non mi piace essere retorico. Il mio lavoro non me lo ha mai permesso. Ma da un’esperienza del genere si esce terribilmente cambiati. In meglio. Ti rendi conto di chi ti è stato vicino e non ha condiviso solo ore di lavoro ma paura, solidarietà, angosce, speranze, depressione, impotenza, orgoglio. E allora ci guarderemo in maniera diversa, con occhi diversi.
Per gli altri forse torneremo ad essere gli stessi. Noi no. Sapete che mi piace il cinema e la musica quindi… saremo una banda di fratelli e ricordate… La storia siamo noi!

Qui la registrazione video delle serata:




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