“Un complicato atto d’amore” di Miriam Toews, Marcos y Marcos editore

Titolo: Un complicato atto d’amore
Autore: Miriam Toews
Casa editrice: Marcos Y Marcos 2005

Mercoledì 6 novembre ore 21.15, presso la Salara (Biblioteca Planettiana di Jesi, il primo incontro del circolo di lettura edizione 2019/2020).

(tratto dall’articolo di Ombretta Romei, “Intervista con Miriam Toews: una donna che parla (e scrive)”, dal sito Pulp libri)
«Già. New York. Lontana anni luce da Steinbach, la cittadina canadese dove una comunità mennonita mette radici agli inizi del Novecento, sfuggendo alle persecuzioni bolsceviche, ai massacri, all’estinzione. E dove Miriam Toews è nata e ha vissuto la sua adolescenza. Libri interdetti, balli proibiti, parole impronunciabili: un oscurantismo di stampo maschilista e patriarcale che non ammette deviazioni. Il verbo di Menno Simons (1496-1561), storico fondatore della setta anabattista, è più che legge. È una visione (distopica) del mondo. Campi di granoturco a perdita d’occhio delimitano i confini della piccola città, isolandola da tutto, così come pensieri impuri, atteggiamenti trasgressivi, tentazioni mondane isolano i sognatori in odor di eresia e di scomunica. Le chiavi del paradiso e le vite degli abitanti di Steinbach sono nelle mani di pochi fanatici capi religiosi, teorici e praticanti di un fondamentalismo anacronistico.
1980. East Village «è come un set del cinema, non può succedere niente di vero. È un paese fantasma, l’isola che non c’è» afferma la sedicenne Nomi, protagonista di Un complicato atto d’amore (2004), alla cui voce monologante Miriam Toews affida il racconto di sé e della propria «complicata» adolescenza. Il nome fittizio della sua città natale è un omaggio a New York, a un quartiere – dove Nomi vagheggia di passeggiare nientemeno che in compagnia di Lou Reed! – a una cultura, a uno stile di vita. Agognati, paradossalmente, quanto un elenco telefonico: niente di meglio se può servire a scrollarsi di dosso anni di letture (e immaginario) fantasy, villaggi hobbit e colline dei conigli. Con una Main Street ai cui estremi svettano una statua di Gesù che assomiglia a George Harrison e un tabellone gigante con scritto SATANA È TRA NOI. Scegli: o lui o me, East Village evoca una small town bradburyana: luogo di passaggio di uomini illustrati e freaks circensi, presenze perturbanti contro le quali nulla possono gli incantesimi di elfi e streghe bianche.
La fuga è, allora, un sogno. Un’intenzione. Una necessità. Dopo la scomunica di Tash e Trudie – la sorella maggiore e la madre di Nomi – il loro forzato abbandono della comunità mennonita lascia un vuoto incolmabile nella casa dove una figlia convive con i malinconici silenzi di un padre inconsolato. Solo un atto d’amore, salvifico e imprevisto, condannerà finalmente Nomi allo status scandaloso di outsider.»

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