È la calma dell’algebra, è il potere di pensare (l’incontro con Lorenzo Fava)

Poesie, musica e letture, conversando con il poeta Lorenzo Fava, introdotto da Alessandro Seri, per il secondo incontro con Le Marche in Biblioteca alla Planettiana di Jesi, ieri sera 10 ottobre 2019.

Il rapporto dell’io con la poesia, da dove nasce la poesia e come, che cosa c’è dietro al cammino che il poeta ha percorso, attraverso la lettura delle poesie di altri o il guardare dentro se stessi o le esperienze dirette del proprio vivere, scrivere cercando le parole perchè poi la poesia è lingua e parola, le parole più adatte per interrogarsi, porsi domande, leggersi bene.

Con rigore e con lavorio paziente, un po’ come fa un artigiano quando plasma la materia ricorendo alla conoscenza dei materiali e delle tecniche, e all’attenzione delle proprie mani mentre danno forma all’idea che già intravede nella sua immaginazione, e che non prende vita per caso, il talento deve rispettarlo e coltivarlo, e alla fine il risultato viene condiviso nella relazione con gli altri.  “Lei siete voi”, il tiolo del libro e di una delle due raccolte che il libro contiene, dove “Lei” può essere anche la poesia, la parola, e quindi lo stesso pubblico è quella parola e quella esperienza, dove il poeta e il pubblico che ascolta sono insieme.

E così abbiamo fatto, conversando dentro questa bella cornice di libri che è la Biblioteca Planettiana, con Lorenzo Fava che aveva bisogno di stare in piedi e muoversi davanti al tavolo scendendo dalla pedana per parlare della sua poesia, e raccontarci il suo lavoro e la sua esperienza, compresa quella del contatto con un editore interessato che ti apprezza e ti diffonde – in questo caso LietoColle, che nel suo sito scrive “privilegiamo l’originalità, la ricerca e il valore della loro scrittura, non tanto quindi la consueta notorietà dei soliti nomi, per questo continuiamo a investire su scritture emergenti e opere prime” e sottolinea “LietoColle considera la preziosità del singolo libro, perciò abbiamo ridotto la quantità delle pubblicazioni intensificando rigore e passione ma anche suscitando creativamente occasioni per la poesia e la sua diffusione.”

E poi naturalmente Lorenzo ci ha letto direttamente alcune sue poesie perché la poesia va innanzitutto letta, ha bisogno della sua sonorità, come un respiro che possiamo sentire. Nel corso della conversazione, come siamo abituati nei nostri incontri, anche interventi musicali per riprendere e rilanciare questa sonorità, cammminando fianco a fianco: ieri sera erano con noi due giovanissimi allievi della Scuola Musicale Pergolesi, Chiara Santinelli e Michele di Pietropaolo, che al flauto ci hanno fatto ascoltare tre brani: “Colinette au bois s’en alla” di Francois Deviene, “Allemande” di Claude Gervaise e “Valzer” di Enesto Köhler.  E inoltre, la lettura di alcune poesie a cura di Luigina Tantucci, Nives Maria Piazza e Rosella Canari, del gruppo Arci Voce,  e quindi persone diverse dall’autore. Ho chiesto a fine serata a Lorenzo che effetto fa ad un autore ascoltare le sue poesie lette da altri e ne è nata una breve ma interessante conversazione diretta tra lui e le lettrici, quelle stesse sensibilità osservate e ascoltate anche da altre angoli di sensibilità e di sguardo. Una prospettiva in più, immagino, per lo stesso autore.

Alcune delle poesie lette durante la serata:

È la calma dell’algebra a dettare
tempi e partiture, a chiudere i segni
e spalancare ferite. Avverto
segni di cedimento in ogni dove:
perché non ci sia nulla di inespresso
che non abbia posto lassù,
abbi qualcuno a cui dire qual è stato
il nome che ha esploso ogni poesia
con tutta la violenza della luce.

***

I muri hanno perso memoria dei tuoi passi,
sei sfilata alla loro vista senza lasciti.
Ora più robusto è il gesso, e spesso
la porta d’ingresso serrata, la luce
spenta da tempo. Chissà se qualcuno adesso
si incontra nelle nostre stanze.
Quanti amanti noi stessi avremmo
divorato distesi sotto altri cieli?

***

Fanno di tutto per costringerci
a lotte nel fango, divide et impera
è il loro motto. Il popolo è un’arma
con la sicura, non capisce, è il potere
di pensare ad essere il solo scudo
a poterlo salvare. Parlate di insiemi,
banchi e corde, ma per primi
emettete giudizio sul diverso.
Ecco, in virtù di questo scrivo
di mio pugno rime schiette.

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