Giornata mondiale dei pesci fuor d’acqua

PESCI DI CARTA di Ezio Bartocci, ex edicola, primavera 2019. Presentazione il 30 marzo al Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano.
«Il 4 ottobre 1582 dopo aver sgombrato la tavola, serrato l’uscio, spento il lume o il mozzicone di candela, come ogni sera ci siamo coricati per passare la notte. Il giorno appresso qualcuno ci vorrebbe far credere che non è il 5 ottobre ma il 15, come se avessimo dormito dieci notti e dieci giorni filati. I signori più informati dicono che il Papa ha voluto cambiare il calendario per aggiornarlo, dopo circa mille e seicento anni di onorato servizio.
La gente del popolo abituata agli scherzi, in genere stupidi e pesanti, forse divertenti per altri ma non per i poveri derisi, si è fatta sospettosa e non si cura di certe notizie. Sa bene che qualcuno abile con la penna, o con la lingua, ha fatto la sua fortuna descrivendo l’ingenuità dei gonzi. Chi vive alla giornata, forse trascura gli editti, di certo non guarda l’orologio e non conosce Copernico, ma da povero analfabeta continua a lottare per la sopravvivenza: per lui domani sarà la stessa campana a scandire il tempo; anno bisestile, giuliano o gregoriano che sia.»

Inizia così Ezio Bartocci nel presentare Pesci di carta, la sua ultima invenzione, arrivata giusto in tempo per salutare la primavera 2019: 12 tavole originali, una edizione “ex edicola” tirata in 250 copie, di cui 100 con un’acquaforte firmata e numerata, stampata su carta a mano con filigrana speciale prodotta dal Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano. Il lavoro è  di grande eleganza, nel segno e nell’ironia – “leggeri, fantastici, profumati, ideali per festeggiare la Primavera” – e sarà presentato il 30 marzo a Fabriano proprio al Museo della Carta e della Filigrana; le tavole resteranno esposte fino al primo maggio.

Anche solo leggendo le prime righe della cartella, o nel dare queste semplici informazioni sulla presentazione, avvertiamo già il senso dell’immersione nel tempo e nelle epoche, nella profondità dei cicli annuali della vita, da non ridurre solo a ricorrenze che si ripetono, e in quella vitalità che sempre cerca il modo di trascendere le banalità dell’ovvio, infondendovi con la leggerezza del segno altri strati di significato:
«Il pesce molto stilizzato, inciso, graffito o tracciato alla buona è stato tra i simboli di riconoscimento e di appartenenza più usati dai cristiani che dovevano manifestare la propria fede in segreto per evitare le persecuzioni. Tacciare una linea arcuata sul terreno con una canna o uno stecco poteva essere un fatto del tutto casuale, ma se il vicino in risposta tracciava l’altra metà della linea, facendo assumere a quel segno geometrico l’aspetto di un pesce, il messaggio era inequivocabile.»

Leggere il testo della cartella, che ci accompagna attraverso questa storia dei pesci, di simbolismi, di miti, di significati – e anche di scherzi e di burle, il Poisson d’avril, come giustamente deve essere, perché occorre burlarsi dell’ovvio – è altrettanto piacevole che osservare e gustare le tavole, nelle quali le parole dell’autore diventano segno grafico e ripropongono con l’eleganza dell’ironia  quelle ciclicità dei tempi della vita: “…insieme alle rondini per far primavera”.
Anche se da tempi immemorabili, ricorda Bartocci, da noi nel vecchio continente al ritorno della primavera e della fatidica data del primo aprile non si parla più di festa ma di ricorrenza.

E allora, in un’epoca come quella attuale, schiacciata addirittura sul suo stesso e unico presente, nel quale le euforie collettive si mescolano alle depressioni nel tentativo continuo di annullare tutto prima ancora che qualcosa riesca davvero a nascere, e nemmeno le ricorrenze riescono quasi più a “ricorrere” e rimettersi in pista, ecco che Bartocci ci propone una “giornata mondiale dei pesci fuor d’acqua”, magari da inaugurare proprio questo primo aprile 2019.

Non riesco a non attribuire una precisa intenzione a Bartocci – dovrò chiederglielo – per quel filo che regge il pesce all’amo dentro di lui e poi esce dal quadro verso l’alto, dove noi possiamo soltanto immaginare, secondo il nostro estro, ma appunto non è affatto ovvio questo sforzo d’immaginazione, chi è che può averci fatto abboccare. E se non ci fosse nessuno?

Buon Poisson d’avril a tuttiLa presentazione è il 30 marzo, l’esposizione resta aperta fino al primo maggio (Museo della Carta e Filigrana di Fabriano; coordinamento e comunicazione Associazione culturale SANTINERI).

 

 

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