All’insegna del Martin pescatore: dal bestiario di Eugenio Montale e di Luigi Bartolini

San Severino Marche, 17 ottobre 2018, ore 21, Sala di udienza. Palazzo dei Governatori

Ezio Bartocci
All’insegna del Martin pescatore: dal bestiario di  Eugenio Montale e di Luigi Bartolini

L’incontro del 17 ottobre, rientra tra le iniziative programmate due anni fa a San Severino Marche per ricordare i cinquant’anni dalla pubblicazione degli Xenia; incontro rinviato a causa del terremoto.
Con la raccolta Xenia, Montale rompe un silenzio decennale. L’amico studioso Giorgio Zampa incaricato della stampa fa rispettare alla lettera dalla tipografia Bellabarba il menabò. L’opuscolo in memoria della moglie, in sole cinquanta copie, per uso strettamente personale, viene consegnato nell’autunno del ’66.  Montale ha conosciuto Drusilla Tanzi a Firenze nel ’27, quando vi si era trasferito per un modesto impiego presso l’editore Bemporad, come si apprende da una lettera del 20 giugno indirizzata allo scrittore triestino Italo Svevo.
Drusilla, soprannominata mosca a causa dei suoi occhiali dalle lenti spesse, diventa l’amica, la compagna inseparabile ed infine la moglie del poeta.
Il periodo fiorentino, nonostante le difficoltà dal ’38 fino alla caduta del fascismo, è ricordato dal poeta con rimpianto per le tante frequentazioni, le amicizie e gli incontri più fortunati.
Ezio Bartocci, artista visivo e  grafico di lungo corso, prende spunto da un’incisione tra le più importanti del ‘900 per mettere in evidenza il ruolo dei circoli culturali, dei luoghi di ritrovo, dei rapporti diretti tra estimatori ed artisti, sottolineando la conoscenza tra Montale e Bartolini per la complicità del Martin pescatore, al centro di una delle più note poesie di Montale “Gloria del disteso Mezzogiorno“, nonché protagonista del capolavoro all’acquaforte di Bartolini, di cui Montale, neo appassionato di grafica, s’innamorò e riuscì ad acquistare.
Varie sono le presenze animali nelle poesie di Montale ed altrettante nell’opera incisa e letteraria di Bartolini. L’accostamento per un bestiario tra poesia e grafica attraverso le opere  di due maestri del ‘900 dai modi espressivi così diversi è stimolante: invita a conoscere ed a riconsiderare presenze dimenticate, anche attraverso opere oggi poco note ma emblematiche.
Nella copertina del volume “Tutte le poesie”, curato da Giorgio Zampa, una foto di Ugo Mulas mostra Montale che sfiora col naso il becco dell’upupa, uno dei due pennuti impagliati ricevuti in dono da Goffredo Parise, tenuti in casa tra le sue cose più care.
Mi fanno compagnia nella mia camera” diceva, “tra i due preferisco il Martin pescatore forse perché è più piccolo e mi sembra così indifeso“.

 

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