Quaranta persone che restano a seguire attente una serata di poesia fino a mezzanotte è qualcosa di sorprendente. Siamo arrivati a quell’ora, e a questa serata, quasi senza accorgercene. Il nostro affabulatore era Umberto Piersanti, in una serata molto densa e anche leggera, nel senso di piacevole e pacata, senza bisogno di iperboli ma sicura, incisiva, come il passo della sua poesia.
È iniziata così, con questo primo incontro, la seconda edizione di “Le Marche in Biblioteca”, un’iniziativa organizzata dalle associazioni culturali AltrovÏaggio e Licenze Poetiche con la collaborazione con la Biblioteca Planettiana e che nasce all’interno della collaborazione oramai triennale con la biblioteca, nata con l’avvio di un circolo di lettura, che quest’anno avvierà la terza edizione (l’incontro di presentazione ci sarà il prossimo 24 ottobre alle ore 21.15 presso la biblioteca). Le Marche in Biblioteca è un’iniziativa sostenuta da un contributo del Comune di Jesi, Assessorato alla Cultura.
Piersanti è stato introdotto da un intervento musicale di un allievo della scuola musicale Pergolesi di Jesi, il violinista Tommaso Scarponi, che poi nella serata ha eseguito anche altri brani, di Vivaldi e di musiche del settecento, in mezzo alle settecentesche librerie della Biblioteca Planettiana, in una bella alternanza con i temi toccati da Piersanti e con la sua lettura delle poesie che aveva preparato per noi.
Ad ogni intervento musicale è seguita anche la lettura di una poesia scelta da noi e tratta dalla più recente raccolta di Umberto Piersanti, Nel folto dei sentieri; ha curato le letture il gruppo Arci Voce, un’esperienza nata presso l’Arci e l’associazione Altrovïaggio da qualche anno, partendo da un corso di sviluppo della voce e di dizione, che quest’anno inizia la sua terza annualità. Ieri sera si sono alternati alla lettura, oltre al sottoscritto, Antonella Maggiori e Rosella Canari.
La lettura della poesia di Piersanti è un’esperienza piacevole, a me sembra quasi di camminare sui suoi passi, seguendone la musicalità e immaginando i suoi sguardi, come lampi di memoria.
Piersanti è stato introdotto da Alessandro Seri che ha conversato con lui, e poi ci ha parlato, della sua terra, della sua storia intrecciata con questa terra, della sua poesia che con questa terra è un tutt’uno, e ci ha letto alcune delle sue poesie, chiudendo la serata con “La giostra”, forse quella che più di tante altre è dedicata a suo figlio Jacopo.
La giostra
ah, quella giostra antica
nella ressa di scooter
di ragazze vocianti, luminose
dentro jeans stretti
e falsotrasandati,
dei fuoristrada rossi
sul lungomare,
escono da ogni porta,
da ogni strada,
straripano nell’aria che già avvampa,
è l’ ora che precede
dolce la serama nessuno che salga
sui cavalli, di legno
coi pennacchi e quella tromba
gialla, come nel libro
di letture, la musica
distante e incantata,
quella che rese altri
le zucche e i rospili c’era una ragazza
tutta sola,
vestita da Pierrot
la faccia bianca,
nessuno che prendesse
i bei croccanti,
lo zucchero filato
dalla sua manoJacopo che tra gli altri
passa, senza guardare,
dondola il grande corpo
e li sovrasta,
abbracciò un cavallo
e poi pendeva
dopo riuscì ad alzarsi,
rise fortefiglio che giri solo
nella giostra,
quegli altri la rifiutano
cosi antica e lenta,
ma il padre t’aspetta,
sgomento ed appartato
dietro il tronco,
che il tuo sorriso mite
t’accompagni
nel cerchio della giostra,
nella zattera dove stai
senza compagnimarzo 2001