Circolo di lettura, mercoledì 9 novembre, ore 21.15

pablo-picasso-the-burial-of-casagemas-evocation-001Il collare della colomba, di Raja Alem. Stuzzichiamo la lettura. Mercoledì 9 novembre alle ore 21.15 primo appuntamento mensile del circolo di lettura alla Salara della Biblioteca Planettiana di Jesi, con il primo dei libri scelti per questa seconda edizione. Ricordo a chi ci legge e ancora non si è unito noi ma è curioso di sapere come funziona, che la partecipazione è libera e può venire tranquillamente. Meglio ancora se ha già letto nel corso del mese questo bellissimo libro, che si snoda tra più trame e nel quale l’unica cosa certa – afferma fin dalle prime righe a scanso di equivoci l’io narrante, che non è una persona ma il vicolo stesso dove la storia si svolge, o si travolge – è il ritrovamento di un cadavere, una giovane donna dal volto sfigurato e difficile da identificare, mentre nello stesso istante scompaiono nel niente due donne. O forse è sempre la stessa donna? Il vicolo che narra ci insinua anche questo, è un vicolo dalle mille teste, che vede tutto e conosce ogni segreto, ma mille teste che vedono e parlano non raccontano in modo lineare, sono come un mosaico in perenne movimento, tra sogni, realtà, leggende, segreti, e sguardi, volti, maschere, veli, e ossessioni, sensualità, porte e chiavi che appaiono scompaiono. Un vicolo della città sacra La Mecca, storie che s’intrecciano per la penisola arabica dei nostri giorni, tra La Mecca e Gedda ma poi anche la terra d Andalus oggi, tra Madrid e Toledo, di più mondi visti da prospettive diverse, insolite, soprattutto per noi.

«Per me l’Arabia Saudita – dice Raja Alem in un’intervista  è come il gigante di cui parlo nel romanzo Il collare della colomba: il giovane eroe Yousuf firma il suo articolo con il nome di questo Gigante, che in una scena viene descritto mentre è coricato e non riesce a raggiungere i suoi piedi, perché è incredibilmente alto. Per arrivare ai suoi piedi deve fare un viaggio, ma sente che le mosche glieli pizzicano e chiede a una carovana di passaggio di soffiargliele via. La carovana deve viaggiare un mese per raggiungere i piedi del gigante e scoprire che erano lu-pi, e non mosche, a morderli.  L’Arabia Saudita è un Paese con molte facce e, anche quando ci si è nati, non si può dire di conoscerla completamente. Per esempio, la città della Mecca, dove sono nata e cresciuta, è totalmente diversa da Gedda dove ci siamo trasferiti e da Riad, la capitale, o da Braida nel nord o da Abha nel sud. Mi sorprende sempre quando un giornalista occidentale viene per qualche giorno e sostiene poi di co- noscere bene il Paese, magari ci scrive su anche un libro. Da una zona all’altra la cultura cambia.»

(Nell’immagine, il quadro di Pablo Picasso per il suicidio dell’amico Carlos Casagemas; quadro  che incontriamo nel romanzo di Raja Alem)

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