Le Marche in Biblioteca: Cronaca della seconda serata dei Giovedì Letterari

maiorino-angeli-a-sarajevo-coverSi è svolto il 13 ottobre il secondo Giovedì Letterario della rassegna Le Marche in Biblioteca. Nonostante la pioggia e un insolito anticipo di inverno, la partecipazione è stata buona. Un grazie a tutti per l’interesse dimostrato, che aiuta a riempire di significato questi incontri.
L’ospite di questo giovedì è stata Maria Grazia Maiorino, poeta residente ad Ancona, che ci ha proposto per l’occasione un libro di racconti, Angeli a Sarajevo, pubblicato da Gwynplaine edizioni. 4La serata è stata aperta dalla tromba di Alessio Durastanti della Scuola Musicale Pergolesi, che ha eseguito il brano di Domenico Modugno Tu si ‘na cosa grande.
L’ingresso nel libro è stato proposto con la lettura di un brano tratto dal racconto La villa, eseguita da Cristina Corsini del gruppo di lettori ArciVoce, un’esperienza nata lo scorso anno da un corso di dizione e sviluppo della voce organizzato dall’Arci.
5La conversazione con Maria Grazia Maiorino ha preso spunto dalla musica e dal brano letto, per parlare di queso racconto, come è nato, e come sono nati gli altri racconti presenti nel libro, la scelta della forma racconto e il percorso poetico e letterario seguito dall’autrice, la forma della scrittura che da vita ai racconti.1
A metà serata abbiamo ascoltato un nuovo brano musicale, proposto da Antonella Mancinelli, che ha cantato Una miniera dei New Trolls. La scelta dei brani musicali è stata curata da Sergio Cardinali, direttore della Scuola Musicale Pergolesi, al quale nei giorni scorsi avevo mandato in visione la recensione del libro e i due brani scelti per la lettura, e dal momento che nei racconti di Maria Grazia Maiorino c’è anche molta musica, con tante citazioni musicali chiamate a fare da colonna sonora alle situazioni presenti nelle sue storie, intessute di luoghi – sia luoghi dello spazio, come la città, il mare, la baia di Portonovo, una strada, o luoghi più intimi come una casa, una villa nascosta, un salotto, piccoli angoli, e sia luoghi del tempo, come ricordi, foto, lettere, atmosfere, echi di vita, immagini che tornano come trame dentro cui muoversi – ecco che gli allievi della Scuola Pergolesi hanno riproposto almeno alcuni degli echi di quella colonna sonora anche a noi del pubblico presente in sala.
14706973_10209677789008704_2984618315930632083_oIl secondo brano per la lettura è stato estratto dal racconto La casa delle Iris ed è stato letto da Maria Grazia Tberi, del gruppo Arci Voce.9
Nella conversazione con Maria Grazia Maiorino sono stati tanti e diversi i temi toccati. Tra questi il perché di questo titolo, Angeli a Sarajevo, per un libro che “non” parla di ex-Jugoslavia o di Balcani, ma non è certo preso a caso. Il titolo nasce da una citazione precisa, che da forza all’intero racconto in cui è inserita, nella quale si ricorda il lavoro del fotografo Louis James, che aveva appeso tra le macerie della città assediata fotografie di sarajeviti con le ali, come a sottolineare la forza della relazione con i luoghi, nonostante la guerra, come un insopprimibile anelito di leggerezza per non lasciarsi travolgere dalla realtà, quando appare troppo incombente. La citazione inserita nel racconto e che dà anche il titolo al libro è questa: 
«Gli angeli di Sarajevo hanno nere ali bruciacchiate e i visi tristi dei sarajeviti. Se ne stanno appostati tra le rovine di case sventrate dall’artiglieria serba, di solito in gruppo, talvolta solitari. Cammini in centro e ti si parano davanti senza preavviso. Sono angeli poveri, in bianco e nero, angeli smagriti… È stato un artista francese, Louis Jammes, a disseminare la tribù di angeli. Ha fotografato sarajeviti adulti e bambini, gli ha dipinto a carboncino grandi ali da serafini e ha incollato i poster su mura diroccate dalle bombe.» (Guido Rampoldi, La Repubblica del 3 dicembre 1993).

La prima parte della serata è stata conclusa da una seconda canzone cantata sempre da Antonella Mancinelli della scuola Pergolesi, A mano a mano di Riccardo Cocciante, per chiudere con la stessa colonna sonora.

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Nella seconda parte della serata, dedicata ai vini, il giovane vignaiolo Giovani Lober ha presentato brevemente la sua azienda Ca’Liptra di Cupramontana, e ci ha spiegato in che modo ha scelto tra le sue produzioni il vino per la degustazione della serata, un verdicchio a cui si è dedicato proprio per riproporre il sapore del verdicchio della tradizione, per riproporre sempre nuova attenzione ai prodotti della nostra storia. 6Ma qui, per descrivere davvero con le parole i vini che i vignaioli invitati ogni volta ci propongono, ci vorrebbe davvero un vignaiolo, io mi sono limitato a degustare, con vero piacere e in buona compagnia.

Grazie a tutti di nuovo; prossimo appuntamento giovedì 20 ottobre alle 21.15 con Loretta Emiri, “Amazzonia portatirel”, De Livi editore; ancora con la partecipazione della Scuola Musicale Pegolesi e ala lettura il gruppo ArciVoce; per i vini, l’ospite è l’azienda La Distesa, di Cupramontana.
(Il prossimo appuntamento, giovedì 20 ottobre, con Loretta Emiri e il suo libro Amazzonia in tempo reale)

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