«Il vino è un bene culturale o di consumo?» Il titolo non è mio ma ripreso da un articolo di Jonathan Nossiter(*) uscito su Internazionale un paio di anni fa:
«Ormai ci siamo rassegnati ad accettare il fatto che il valore monetario è l’unico parametro di valutazione che conta, e di conseguenza ogni cosa viene trattata come un bene di consumo.
(…)la verità è che il vino resta un prodotto agricolo. Che sia francese, italiano, americano o brasiliano, il vino è forse l’indicatore più preciso di ciò che una terra è in grado di esprimere in termini di caratteristiche e tradizioni. Per questo dovrebbe essere (e storicamente lo è stato) un’espressione affidabile e duratura di ciò che accade nelle campagne (beviamo vini vecchi di cinquant’anni ma non mangiamo neppure il pane di cinque giorni).
Per migliaia di anni i popoli di Italia, Francia, Germania, Portogallo e Spagna sono stati consapevoli che ogni cento metri la natura può presentare colossali differenze, rispecchiate dalle caratteristiche dell’uva. I secoli hanno insegnato agli agricoltori e agli abitanti delle città che la trasformazione magica del succo d’uva in vino è una trasformazione dell’agricoltura pura in cultura, in tutti i suoi aspetti.
Il vino è infatti l’espressione delle capacità di un artigiano, un uomo che sa plasmare, in parte, la natura a sua immagine. Il viticoltore è il cugino di campagna di tutti gli artisti che scrivono, dipingono, filmano, ballano e scrivono musica, e per questo motivo il vino è una specie di museo vivente, il testamento di uno specifico pezzo di terra. Il tempo e le piante racchiudono la storia, la cultura e le pratiche sociali di ogni regione e sottoregione.
La meraviglia del vino sta nella sua capacità di cavalcare l’agricoltura e l’arte. E, insieme al suo effetto inebriante, ha contribuito per ottomila anni a creare una società più civile. Ma oggi, quando condividiamo una bottiglia di vino, sappiamo ancora da dove viene e perché?»
È un po’ con questo lo spirito che abbiamo voluto invitare a ciascuno degli incontri con gli autori e gli editori della rassegna «LE MARCHE IN BIBLIOTECA, I Giovedì Letterari della Planettiana», un produttore locale che ci presenterà i suoi vini. Saranno presenti alle diverse serate le aziende Col di Corte, Ca’Liptra, La Distesa, La Staffa e Pievalta, che ringraziamo.
Al primo appuntamento, giovedì 6 ottobre alle 21.15, presso la Biblioteca Planettiana, sarà presente Col di Corte.
La serata è dedicata all’antologia S’AGLI OCCHI CREDI. Le Marche dell’arte nello sguardo dei poeti, a cura di Cristina Babino (Vydia Editore). Saranno presenti alcuni degli autori; l’evento sarà inoltre arricchito dalla partecipazione musicale di Gastone Pietrucci de La Macina, accompagnato dal chitarrista Marco Gigli.
IL PROGRAMMA dei Giovedì Letterari
———-
(*) Jonathan Nossiter è un regista, autore di sette lungometraggi, tra i quali MONDOVINO (Cannes, 2004), SUNDAY (con il quale ha vinto il Sundance Film Festival nel 1997), RIO SEX COMEDY e RESISTENZE NATURALI; è autore dei libri Le vie del vino (Einaudi) e Insurrezione culturale (DeriveApprodi).