Si è svolto ieri sera, il 3 febbraio, il quarto incontro del circolo di lettura di Jesi, in viaggio con alcune opere della letteratura americana del novecento. Arrivati nella Los Angeles degli anni trenta, abbiamo parlato di “Chiedi alla polvere” e di John Fante; come al solito, introdotta da Alessandro Seri, è nata una discussione bella e aperta a infinite possibilità, come accade ogni volta con libri e autori che ogni volta ci spiazzano, perché ci introducono a mondi nuovi, prospettive e linguaggi, tanto più che Fante ci immerge in una realtà quotidianità che al tempo stesso appare aperta a mille libertà e insieme anche con un che di inesorabile, con disagi non ben afferrabili e… e insomma, un intero mondo. Tra i temi accennati, anche quello della scrittura e del biografismo negli scrittori cosiddetti migranti, e nel caso specifico di Fante migrante di seconda generazione. Probabilmente sarebbe un bel tema anche questo, da sviluppare in un percorso a parte, perché scopriremmo magari che nemmeno questa dimensione è possibile racchiuderla in confini circoscritti. Mi limito qui a segnalare un articolo sulla scrittura di John Fante pubblicato sull’archivio storico dell’emigrazione italiana.
Il prossimo incontro del circolo di lettura è previsto mercoledì 24 febbraio, sempre alle 21.15 presso la Biblioteca Planettiana, il libro che ci attende questa volta è Fahrenheit 451 di Ray Brabury. Sicuramente sarà un nuovo spiazzamento, quello dei libri mandati al rogo, proprio perché i libri ci mettono di fronte a realtà diverse, possono crearci dubbi o far emergere disagi nascosti, far maturare idee diverse e quindi distrarci dal vero divertimento, basato sulla distrazione. Fahrenheit è un libro che come Altrovïaggio abbiamo già affrontato, lo scorso anno, nella serata del 27 gennaio dedicata alla memoria: noi scegliemmo per quella data il tema dei libri al rogo, tra profezia e memoria. Fahrenheit fu uno dei tre libri che scegliemmo, insieme a Il mondo nuovo di Aldous Huxley e al Don Chisciotte di Cervantes, scegliendo di quest’ultimo come lettura la divertente scena in cui nipote, serva e prete, disturbati da Don Chisciotte che ha sovvertito il tranquillo mondo in cui loro vivono senza avvertire disagi, approfittando del suo sonno gli gettano via dalla finestra tutti quei libri che gli hanno fatto venire trante strane idee in testa. Che cosa rispondere alla distruzione dei libri? Forse è sufficiente questo, che i libri rispondono ad un bisogno fondamentale dell’umanità, quello di narrare se stessa per costruire la propria identità, e di narrare il mondo, per capirlo, immaginarlo e migliorarlo; chi li distrugge, li disprezza o li ignora, in realtà distrugge questo bisogno di narrazione e di consapevolezza, distrugge il pensiero critico.
Anche Fahrenheit è diventato un film, famoso, questa volta però non americano bensì francese, di François Truffaut.