« Una sera me ne stavo a sedere sul letto della mia stanza d’albergo, a Bunker Hill, nel cuore di Los Angeles. Era un momento importante della mia vita; dovevo prendere una decisione nei confronti dell’albergo. O pagavo o me ne andavo: così diceva il biglietto che la padrona mi aveva infilato sotto la porta. Era un bel problema, degno della massima attenzione. Lo risolsi spegnendo la luce e andandomene a letto.
Al mattino mi svegliai, decisi che avevo bisogno di un po’ di esercizio fisico e cominciai subito. Feci parecchie flessioni, poi mi lavai i denti. Sentii in bocca il sapore del sangue, vidi che lo spazzolino era colorato di rosa, mi ricordai cosa diceva la pubblicità, e decisi di uscire a prendermi un caffè. »
« One night I was sitting on the bed in my hotel room on Bunker Hill, down in the very middle of Los Angeles. It was an important night in my life, because I had to make a decision about the hotel. Either I paid up or I got out: that was what the note said, the note the landlady had put under the door. A great problem, deserving acute attention. I solved it by turning out the lights and going to bed. In the morning I awoke, decided that I should do more physical exercise, and began at once. I did several bending exercises. Then I washed my teeth, tasted blood, saw pink on the toothbrush, remembered the advertisements, and decided to go out and get some coffee. »
mercoledì 3 febbraio alle ore 21.15 alla biblioteca Planettiana quarto incontro del circolo di lettura con “Chiedi alla polvere” di John Fante
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