Anche gli editori hanno un’anima, scherzando e parafrasando il titolo di una commedia degli anni Settanta. Come Altrovïaggio abbiamo inviato ad alcuni editori delle domande, invitandoli a raccontarci qualcosa di loro. Nessuna intenzione di realizzare sondaggi, per carità, e nemmeno nessuna pretesa di spiegare cosa va o non va nell’editoria; più semplicemente, la curiosità di ascoltare opinioni e acquisire qualche conoscenza e qualche spunto in più, magari per orientarsi meglio in un settore così impegnativo, ma anche affascinante, almeno per gli appassionati, anche se non sempre semplice da seguire.
L’idea di chiedere agli editori di parlarci di loro è venuta leggendo la sintesi del recente “Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2015”: i dati di quest’ultimo rapporto evidenziano – sembrerebbe – alcuni cambiamenti rispetto agli anni precedenti, scorgendovi, secondo alcuni commentatori, addirittura qualche segnale incoraggiante. Non saprei. Da non esperto di questo “mercato”, colgo piuttosto – ancora – delle contraddizioni. Ad esempio, il catalogo “vivo” dei libri di carta in Italia è in crescita nel 2014 e quello dei titoli digitali in crescita impetuosa, eppure diminuisce ancora la produzione di carta e il fatturato del mercato del libro registra un’ulteriore flessione. Anche sul fronte dei lettori i segnali mi sembrano poco incoraggianti: calano ulteriormente, e in modo assai sensibile, i cosiddetti “lettori deboli” e seppur di poco calano lievemente anche i “lettori forti”: per “forti” s’intende in ogni caso chi legge almeno un libro al mese! Insomma, seppure nell’ambito di un mix diversificato di comportamenti, i “lettori” calano.
Una delle sezioni del rapporto riguarda i luoghi dove i lettori incontrano i libri: calano ancora e sensibilmente gli acquisti nelle librerie indipendenti e nelle librerie a conduzione familiare (comprendendovi anche la formula del franchising) ; cala anche la grande distribuzione organizzata mentre cresce sensibilmente soltanto l’ecommerce.
Che impatto ha tutto questo sulla promozione della lettura, e sull’allargamento della base dei lettori? O sullo stile della lettura e sui gusti dei lettori? I dati contenuti nel rapporto non lo dicono, si limitano a toccare soltanto alcuni degli attori del settore, e descrivono solo pochi aspetti parziali di una problematica assai più ampia; non ci dicono nulla sullo stato di salute della lettura, e della cultura, al giorno d’oggi.
Così, dopo aver consultato la sintesi del rapporto, oltre a cercare di documentarci meglio sull’argomento, ma non è semplice, ci è venuta anche l’idea di rivolgere direttamente ad alcuni editori più o meno piccoli – a proposito, chissà qual è l’unità di misura di “piccolo”? – alcune domande, molto semplici, per ascoltare le loro opinioni e, soprattutto, conoscerli un po’ meglio:
1. Da quanto tempo fai l’editore?
2. Come hai definito le tue scelte editoriali?
3. Quali sono le principali difficoltà in genere e quelle che hai affrontato tu?
4. Che periodo è questo per le piccole case editrici italiane?
5. Quali sono gli argomenti o le iniziative che attualmente ti sembra attirino di più i lettori ?
6. Cosa pensi degli ebook? Li hai inseriti nel tuo catalogo? Pensi di dargli uno spazio specifico?
7. Sono importanti i festival e le fiere per rafforzare il contatto con i lettori? Qual è l’ultima fiera a cui hai partecipato?
8. Quali sono i tuoi programmi per il 2016?
Li ringraziamo per le risposte che stanno già arrivando, e che pubblicheremo così come ci perverranno, sollecitando nel frattempo anche altri a intervenire e contattarci; poi proveremo – magari anche con l’aiuto diretto di chi ci legge e che invitiamo a intervenire quando vuole per commentare con noi – a dare una lettura comparata o di sintesi delle risposte, evidenziando spunti, proposte e suggerimenti.
Buona lettura a tutti.
(In alto, la copertina della seconda antologia di Alfabetica, 2007, realizzata da Ezio Bartocci)