2 Ruote di Resistenza (#2RR), quando il viaggio è già parte dello spettacolo

11891148_941133012592034_6029986054977320111_n2 Ruote di Resistenza (#2RR), sabato 29 agosto, una serata che nasce dall’intreccio di amicizie e cammini, con punti in comune fatti di racconti e domande raccolte lungo il cammino, da scambiarsi, e tanti altri punti di partenza da reinventare e da cui proseguire. #2RR è un progetto itinerante e cicloviaggiante; si legge sulla pagina FB  e sul loro blog che “nasce dall’esigenza di riannodare i fili di un territorio sempre più drammaticamente abbandonato. Di scoprire di prima mano e poi raccontare la storia e le storie di un paese lungo che, al di fuori delle grandi città, è ancora pressoché sconosciuto.”

Così ecco che nel 2014 i due cicloviaggiatori Nica Mammì e Daniele Contardo si mettono ai pedali e attraversano l’Italia da nord e sud, viaggiando lenti, trovando ospitalità spesso neanche immaginate prima, raccogliendo storie. Portando con sé “un bagaglio leggero, fatto di musica e di tante domande, e di un barlume di consapevolezza, rafforzato dallo studio di Nuto Revelli. “Il mondo dei vinti” e “L’anello forte” rappresentano due intense testimonianze di storia orale, attraverso le quali si mette a fuoco un affresco del forte e tragico mutamento avvenuto nel Paese a partire dal secondo Dopoguerra fino all’avvento del boom economico.”

Nuto Revelli cominciò ad apprezzare i contadini vivendoci a fianco durante la guerra e nella campagna di Russia, e poi sulle montagne con i partigiani, erano i suoi soldati, lui era anche responsabile di loro e della ricchezza del loro mondo. Gli dedica pagine importanti nel suo libro più conosciuto, dedicandogli il titolo stesso, “La guerra dei poveri”, e poi gli dedica gran parte del suo tempo, delle sue energie e della sua considerazione, con le ricerche nelle campagne, le visite, le interviste, la trascrizione e la pubblicazione di quelle storie in diversi suoi libri, una documentazione preziosissima sulle nostre origini e sul mondo che ci ha generato: la Resistenza, in questo senso, è quella della vita stessa affrontata ogni giorno e in ciascun suo frangente, e gli spetta il giusto riconoscimento, ho sempre respirato questo sentimento leggendo le pagine di Revelli.

Il viaggio di Nica e Daniele – intendo questo specifico viaggio sui due pedali – nasce da queste intenzioni e prende il via lo scorso anno dai pressi di Torino per scendere giù per 1.500 km attraverso l’Italia fino a toccare la Calabria. In quell’occasione li ho incontrati a metà strada, ospiti di Dino Mengucci al Centro Panta Rei, sopra il lago Trasimeno, in una bella e tranquilla giornata, a chiacchierare insieme intorno ad un caffè, con la naturalezza di chi si siede insieme non da un’ora ma da una vita, e poi a seguire Dino nei suoi racconti e nella visita tra le sue case costruite con il fango e la paglia: “Sfatato il mito dei tre porcellini”, scrive Nica nella cronaca-racconto del loro viaggio: “erano uno spot della lobby del mattone!?”  E poi via, ancora altre tappe.

Sfogliando il loro sito si possono leggere i racconti di tutte le tappe, le tante persone ed esperienze diverse incontrate. Ma il viaggio continua ancora, non solo continuando a pedalare (di recente la biciclettata NO TAV, in bicicletta da Bussoleno fino al forum contro le grandi opere, nel caldo mese di luglio), ma anche ritornando sui significati di quel viaggiare, per farli emergere e maturare, prepararsi a raccontarli trovando le parole e le musiche più adatte per condividerli con altri.

Viaggiare in bici significa viaggiare lenti, nel senso di umano, in relazione, a contatto, ma poi viaggiare tra i significati assume sempre un’altra dimensione, richiede altri tipi di velocità e di ritmi, è un sentire intenso: “Questo è il tuo tempo, non lo lasciare” inizia la canzone Viva la vida muera a la muerte, incisa dai Modena City Ramblers nel periodo in cui Daniele ha fatto parte del gruppo: “Questo è il tuo tempo, sta in fondo al cuore, 
Pulsa col sangue e corre forte nelle vene
, E’ il tuo respiro, non lo sprecare.”

Daniele Contardo ama chiamarsi il Contador, che in dialetto piemontese significa il cantastorie, si richiama quindi all’antico giullare, affonda a radici lontane; scopriamo così, nel blog Abesibe,  che “2 RUOTE DI RESISTENZA nasce dall’esperienza vissuta nel Carro di Tespi della Commedia dell’Arte pregoldoniana. Nel carro erano i cavalli, ora è il cavallo d’acciaio, e Il viaggio è già parte dello spettacolo e il mezzo scelto per il viaggio è spettacolo!” Non solo quindi uno spettacolo per rielaborare il significato dei viaggi e trasmetterli, ma il viaggio e lo spettacolo, i racconti e il raccontare si creano uno dall’altra come un’unica esperienza.

Scrivendo queste righe mi accorgo che le parole non bastano e che si rischia sempre di mettere in evidenza – ma come potrebbe essere altrimenti – solo pochi lati di questa loro esperienza e delle cose che verranno a raccontarci e suonarci. L’Italia che manca, infatti, è più di un progetto, è un mondo. Dicevo che quella del 29 sarà una serata nella quale s’intrecciano amicizie e percorsi, anche assai diversi tra loro, ma forse solo in apparenza, di meno nelle intenzioni. Già tra gli organizzatori, accanto ad Altrovïaggio ci sono due festival oramai consolidati nella zona, nel senso di una sperimentazione già ben avviata e che prosegue; sono percorsi già di per sé, ciascuno, articolati e ricchi, come il festival la NotteNera, di cui si svolgerà il prossimo 22 agosto la quinta edizione, e il festival Musica Distesa che nel mese di giugno ha concluso la sua settima edizione: “rassegna di musica, cultura & cibi spirituali”, si legge nel loro manifesto. Tra le associazioni amiche che hanno aderito, Shambhala, che domenica 6 settembre terrà la quarta edizione del suo “Shambhala Yoga Festival…for Wellness” , dedicata al vivere bene e ai beni comuni. Ho parlato di festival ma nessuno dei tre è solamente un festival, anzi, il festival rappresenta solo un momento dell’anno nel quale, semmai, ci si ferma per un attimo e poi si si riparte. C’è poi “Fuori dalle vie maestre”, la nuova associazione sorta per curare la Staffetta della Memoria, che tra il 25 aprile e il Primo maggio ha già realizzato la sua quinta edizione in bicicletta sulla Linea Gotica; ma anche in questo caso, la Staffetta, che già di per sé rappresenta un intero mondo, è solo una delle attività e uno dei tanti altri viaggi, tutti rigorosamente fuori dalle vie maestre.

Le altre associazioni che partecipano alla serata hanno sigle già più che conosciute a livello nazionale, l’Arci, Libera, l’Anpi, non c’è bisogno di specificare nulla se non che a livello locale ci si ritrova spesso insieme; una delle più recenti occasioni è stato il festival della resistenza, sempre qui a Cupramontana, o tutte le numerose iniziative organizzate insieme in questi anni, a iniziare dai viaggi sui luoghi della memoria o alle iniziative sulla legalità.

Ciascuno di questi percorsi è a sua volta composto da tanti altri pezzi e da un proprio discorso in divenire. Non spetta a me di entrare ora in ciascuno, sarebbe fuori luogo in questa forma, mi sembrava però importante, almeno elencarli tutti insieme, come per vederli in una sorta di foto di gruppo, un momento da sottolineare o un significato da lasciar sviluppare.

(Organizzato da Altrovïaggio, Musica Distesa, NotteNera; partecipano: ARCI, ANPI, LIBERA, Shambhala, Fuori dalle Vie Mestre; L’evento su FB)

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