L’amico Luca Rastello, giornalista, cooperante e scrittore, si è spento nella sua casa di San Salvario, a Torino, ieri sera, 6 luglio, attorno alle 19.00, per colpa di un tumore con cui lottava da anni. Sono stati in molti, oggi, a ricordarlo, sui media e social network, gli amici e i colleghi che in questi anni lo hanno conosciuto e apprezzato, addolorati per una perdita così importante.
Personalmente ho conosciuto Luca Rastello innanzitutto attraverso il suo libro “La guerra in casa” (Einaudi) del 1998, quando insieme all’amico Giacomo Scattolini dovevo rimettere in ordine gli appunti di alcune storie raccolte in Bosnia e poi pubblicate, l’anno successivo, nel libro “Izbjeglice/Rifugiati, storie di gente di ex_Jugoslavia”; in seguito, l’ho incontrato nel 2011, per una lunga chiacchierata con il registratore acceso, da cui poi è nato il capitolo “Il fallimento virtuoso”, inserito nel libro “Jugoschegge, storie e scatti di guerra e di pace” (Infinito edizioni, del 2011), curato di nuovo insieme da me e Giacomo Scattolini. Una lunga chiacchierata e riflessione a tutto campo, a venti anni di distanza dall’inizio della guerra che ha diviso la Jugoslavia, su che cosa quell’esperienza ha significato, ripercorrendone i diversi aspetti, e in particolare anche i tranelli e le ambivalenze che possono annidarsi nella solidarietà, quando questa resta qualcosa di superficiale.
So che il male con cui lottava non riusciva a contrastare la sua vitalità e a tenerlo lontano dai suoi impegni. Ogni tanto ci scambiavamo qualche email di saluto, l’ultimo poco più di un mese fa: era in giro, a presentare il suo ultimo libro, “I BUONI”, il cui tema è già presente anche all’interno delle riflessioni raccolte nel capitolo “Il fallimento virtuoso”, che, d’accordo con l’editore, mettiamo a disposizione di chi vuole scaricarlo e leggerlo: Jugoschegge Rastello