“AL ROGO, Profezia & Memoria. Per una cultura della prevenzione”: resoconto di una serata

di Tullio Bugari

L’incontro si è svolto martedì 27 gennaio, in occasione della giornata della memoria, presso la Biblioteca del Torrione, a Santa Maria Nuova. Un’iniziativa che ci ha impegnato molto negli ultimi giorni, per il carattere che volevamo dargli, oltre la ritualità. La serata è stata una specie di collaudo, con la presenza di una trentina di amici, per avviare un percorso di ricerca su un tema assai vasto e complesso, quello del “memoricidio” attraverso i roghi dei libri e dei prodotti della cultura, ricordando la profezia del poeta Heine: “La dove bruciano i libri si finisce per bruciare anche le persone“. Una serata di letture accompagnate da immagini, a partire da quelle sui roghi dei libri a Berlino nel 1933.
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In apertura, i saluti del Sindaco Angelo Santicchia, che ha sottolineato l’attenzione dedicata da sempre dal Comune al tema di questa giornata, e l’importanza di accostare alla memoria la prevenzione.  “Cosa può fare un piccolo Comune?”, si è chiesto: “Tante cose, piccole e grandi, dalle attività con le scuole attraverso la biblioteca, agli incontri, alla partecipazione a tutti i movimenti e iniziative che promuovono la pace.” Tra queste, il Sindaco ha ricordato  che il Comune parteciperà alla giornata contro il terrorismo, il 7 febbraio, ad un mese degli attentati di Parigi, per ricordare tutti gli episodi di terrorismo.

Ai curatori dell’iniziativa, Ezio Bartocci ed io stesso, il compito di introdurre la serata. Ezio ha spiegato perché abbiamo scelto Santa Maria Nuova. Innanzitutto per la sua piccola biblioteca, ricavata in un torrione del ‘400, un ambiente accogliente e suggestivo, con un ruolo molto importante per un piccolo paese; in secondo luogo perché qui, in questa zona che allora faceva parte del contado di Jesi – è ancora individuabile il luogo esatto – arrivò nel 1472 il tipografo veneto Federico Conti, che per primo diffuse l’arte della stampa nella regione. Ezio ha poi spiegato il carattere particolare scelto per ricordare gli eventi drammatici commemorati in questa giornata, cercando di evitare quel rischio di ripetizione rituale che talvolta fa perdere di efficacia al messaggio, svuotandolo di significato. Si è tentato, così, di porre l’attenzione su altri aspetti, comportandosi come un osservatorio che vuole cogliere i segni premonitori, scovandoli non solo dentro i grandi eventi storici ma anche oltre la piccola e spesso indifferente realtà quotidiana. Tra i primi, “i segni premonitori dell’olocausto c’erano già stati con i roghi dei libri del ’33, quasi una sorta di prova, come per saggiare la resistenza, per vedere in che maniera e fino a che punto si poteva iniziare ad annullare la volontà e il pensiero e sostituirlo con il loro pensiero. Poi è stata un escalation, nel ’37 l’attacco all’arte degenerata, e poi le deportazioni.” Tra i secondi, spesso è l’incuria stessa degli uomini e la loro superficialità o indifferenza a distruggere i libri. Utilizzando magari testi antichi per tappare i buchi di una finestra rotta, come purtroppo talvolta accade.

“I libri rispondono ad un bisogno fondamentale dell’umanità, quello di narrare se stessa per costruire la propria identità, e di narrare il mondo, per capirlo, immaginarlo e migliorarlo; chi li distrugge, li disprezza o li ignora, in realtà distrugge questo bisogno di narrazione e di consapevolezza, distrugge il pensiero critico”, ho sottolineato io stesso quando è stato il mio turno, spiegando che l’intenzione è di partire da questa serata per avviare un percorso di ricerca e approfondimento su questi temi, sviluppando una discussione che richiede tempo e continuità.

La serata ha proseguito con la lettura – affidata alle voci di Mugia Bellagamba e Dante Ricci – di alcuni testi che, come ho ricordato, “sono stati scelti non dalla realtà storica ma dalla finzione narrativa, perché la realtà certe volte tocca un po’ inventarla per comprenderla meglio.” Il primo, è stato un brano dal sesto capitolo del Don Chisciotte di Cervantes, quando un prete, un barbiere, una serva e una nipote, approfittando del sonno del nostro eroe, distruggono tutti quei libri di cavalleria responsabili di avergli messo in testa quelle strane idee, e già che ci sono distruggono anche i libri di poesia, per evitare che un volta guarito dal credersi cavaliere, non gli venga la tentazione di diventare poeta, che sarebbe anche peggio. Ma non li distruggono davvero tutti, ogni tanto il prete e il barbiere ne tirano via qualcuno per portarselo a casa.
il secondo brano è stato tratto da “Il mondo nuovo” di Aldous Huxley e il terzo da “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury. Due scenari di fantascienza che ci mostrano un mondo che non vorremmo, dove la felicità è obbligatoria, nessuno deve restare mai solo e chi governa si preoccupa, con mezzi diversi, di proteggere le persone dai libri, che possono sempre far venire strane idee.

In chiusura, una lettura sempre più attuale anche se è del 1917, e che ci appariva come la più adatta a “commentare” la serata: “Odio gli indifferenti”, di Antonio Gramsci.
Ha collaborato alla raccolta  e composizione delle immagini, l’amico Riccardo Cardarelli.
Credevamo di essere andati giù troppo densi con la nostra  “lettura scenica” ma a questo punto, la discussione con gli amici che ci seguivano si è aperta rivelando un grande interesse, ed è andata avanti per quasi due ore, fino alla mezzanotte. Molti gli spunti che ci siamo scambiati e su cui ritorneremo. Altri suggerimenti e riflessioni dovrebbero arrivarci nei prossimi giorni.

Sull’argomento: “AL ROGO, profezia & memoria”

 

5 pensieri su ““AL ROGO, Profezia & Memoria. Per una cultura della prevenzione”: resoconto di una serata

  1. Tullio Bugari Autore articolo

    A proposito di Don Chisciotte, leggo solo ora, dal sito della Fondazione Langer, ma è una notizia molto recente, giovani di Srebrenica e studenti del Liceo Pascoli hanno messo in scena il risultato del loro comune laboratorio teatrale sul “don Quijote” di Miguel de Unamuno: http://altoadige.gelocal.it/bolzano/cronaca/2015/01/14/news/i-figli-di-srebrenica-musulmani-e-cattolici-diciamo-no-all-odio-1.10669731
    Il don Quijote tra Srebrenica e Greenwich Radio3. Tramite il sito, si può ascoltare il servizio della sede Rai di Bolzano.
    http://www.raibz.rai.it/podcast/ita/greenwich/mp3/Greenwich_17-01-2015.mp3
    http://www.alexanderlanger.org/it

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