“Con la morte nel cuore…”, chiude la casa editrice Zandonai, di Rovereto, con molti titoli balcanici pubblicati in questi anni. “All’inizio, avevo trovato un accesso importante per la distribuzione e la promozione” dice in un’intervista Emanuela Zandonai: ” In quel momento la crisi non era così pressante, e essere agganciati a Feltrinelli ci aveva dato una possibilità in più per quanto riguarda la visibilità. Ma in seguito le grandi case hanno iniziato a sentire mordere la crisi e di quella visibilità avevano bisogno anche loro, così sono iniziate a peggiorare le cose.” Di seguito, le schede di tre dei libri da loro pubblicati in questi anni, che ho avuto occasione di leggere.
Titolo: Cirkus Columbia
Autore: Ivica Djikić
Casa editrice: Zandonai
Un lunatico e rancoroso Gastarbeiter fa ritorno al luogo natio, una cittadina dell’Erzegovina, dove smarrisce subito il gatto nero a cui è morbosamente legato. L’intera cittadinanza, allettata dalla promessa di una lauta ricompensa, è coinvolta nella folle ricerca del felino, emanazione infernale di bulgakoviana memoria, attorno alla quale si scatena una ridda di episodi esilaranti e tragici al tempo stesso. Ma a sovvertire il precario equilibrio della piccola comunità, già dilaniata da acredini e invidie intestine, non concorrono soltanto il gatto Bonny e i venti di una guerra fratricida, con le sue esecuzioni sommarie, le deportazioni, le fughe precipitose, i vaneggiamenti nazionalistici e il venire alla ribalta di nuova generazione di “patrioti” a cui vengono affidate le mirabili quanto fragili sorti future. Sarà un innocuo, disperato trastullo – una giostra che gira senza interruzione sulla piazza – a segnare l’irruzione dell’assurdo, ovvero la clamorosa assenza di significato della Storia, nel suo stesso ripetersi all’infinito.
Epopea grottesca e satira corrosiva della “rinascita croata” degli anni novanta, questo racconto a più voci esprime tutta la potenza simbolica di un estro narrativo che, in accordo con la migliore tradizione letteraria balcanica, preferisce il rovescio del mondo al suo diritto, svelando quanto siano labili i confini di una rassicurante identità privata o collettiva.
Ivica Djikić, trentenne giornalista e scrittore croato, è una delle voci nuove e più originali della letteratura della ex Jugoslavia. A lungo redattore del celebre settimanale politico-satirico “Feral Tribune”, con Cirkus Columbia si è aggiudicato il prestigioso premio Selimović nel 2003.
Titolo: Freelander
Autore: Miljenko Jergović
Casa editrice: Zandonai
Quando tutto nella vita è andato storto, come al professor Karlo Adum, vedovo e pensionato, il quale ormai fa affidamento solo su una buona e vecchia Volvo che in trent’anni non lo ha mai piantato in asso, è forse giunto il tempo di mettersi in viaggio, e di portare con sé una pistola. Al volante della sua fedele amica, il professore percorre i chilometri che separano Zagabria da Sarajevo, la città natale da cui manca da quasi mezzo secolo. Davanti ai suoi occhi sfilano rovine, campi minati, ciminiere arrugginite e i bizzarri abitanti di una terra che non gli appartiene più.
In questo pungente e disincantato romanzo on the road dominano, esplosivi, gli slanci, gli sdegni, le ossessioni e lo spirito ilare di un autore come Jergović, che quando scrive mette in gioco l’intera esistenza.
Miljenko Jergović (1966), romanziere, poeta, giornalista e sceneggiatore, è uno dei maggiori talenti letterari della sua generazione. Le sue ultime opere tradotte in italiano sono La dimora di noce (Scheiwiller, 2005) e Inšallah, Madona Inšallah (Scheiwiller, 2006).
Titolo: Serbia Hardcore
Autore: Dušan Veličković
Casa editrice: Zandonai
Brillanti e beffarde, colte e irriverenti, queste short stories, veri e propri “racconti dal vivo”, vanno quasi a comporre un romanzo in frantumi e narrano di un luogo chiamato Belgrado, di un Paese chiamato Serbia in una travagliata fase di transizione. Veličković presta la propria voce a una comunità lacerata, che vive in biblico tra un «passato che non è mai passato» e dal quale si ereditano conflitti, tragedie e triviali derive nazionalistiche, e un futuro appeso a un filo di incertezza e scetticismo che dovrà sciogliere il dilemma di una colpa collettiva. Acuto interprete degli umori, delle sensazioni e dei sogni nascosti di una città intera, così come del proprio singolare spaesamento, l’autore è un intellettuale che ancora pratica il “conosci te stesso” pur se con laconico disincanto. La medesima disillusione con cui denuncia un regime liberticida che soffoca critica e dissenso, e un Occidente libero e democratico che getta bombe “intelligenti” nel cortile di casa sua. Una confessione che è insieme testimonianza civile e autoterapia, sguardo amaro e irresistibilmente ironico gettato sul presente da un luogo che in realtà è un vizio irrinunciabile. Questo vizio si chiama Belgrado.
Dušan Veličković (1947), giornalista, scrittore, film maker ed editore, è una delle voci più originali e coraggiose dell’élite intellettuale serba. Negli anni novanta è stato uno strenuo oppositore al regime di Milošević, e a lungo direttore della celebre rivista “NIN”. Attualmente dirige la casa editrice belgradese Alexandria, che lui stesso ha fondato nel 1998.
Due suoi racconti sono stati pubblicati nella raccolta Casablanca serba (Feltrinelli, 2003), curata da Nicole Janigro.